Il viticoltore venerato quasi come una star

Nuovi interpreti in Langa: un bene o un problema? 1

L’INTERVISTA Per il vino albese gli ultimi decenni sono stati pieni di fermento. Ci sono stati cambiamenti positivi, passando dall’improvvisazione alla razionalità, alla qualità diffusa, da un numero contenuto a tante aziende. Quali saranno gli sviluppi? Quali i cambiamenti? Che ne sarà della preponderante dimensione agricola che finora ci ha caratterizzato? I cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati, la possibilità delle persone di muoversi e comunicare in fretta, l’arrivo sul panorama mondiale di nuovi Paesi produttori: tutto questo porterà conseguenze sul mondo del vino.

Ne abbiamo parlato con Angelo Gaja, produttore di Barbaresco con interessi in parecchie altre zone produttive. Abbiamo cercato, con il suo contributo di idee, di ipotizzare qualche tratto dello sviluppo dei vini nostrani.

La qualità dei vini dipenderà sempre dalla ricchezza degli strumenti di produzione (terra, vitigno, clima, uomo) oppure la comunicazione e i supporti di marketing potranno sopperire o limitare il loro apporto, Gaja?

«Strumenti di produzione e promozione non si possono scindere. Sono complementari. Guadagnano quando vengono utilizzati in modo corretto, senza trucchi».

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A parità di condizioni, in futuro saranno favoriti i vini di piccola dimensione oppure continuerà a essere importante avere una buona massa critica sul mercato?

«A parità di condizioni qualitative sarebbero favoriti ancora i produttori di grandi volumi. I produttori dei vini di piccole dimensioni, per avere successo, debbono continuare, nei fatti e a parole, a “farli diversi”».

I prezzi di terreni, uve, vini continueranno a salire?

«A comandare è come sempre la domanda. Anche da noi alcune aree viticole stanno sviluppando un profilo di investimento elevato, raro, nonostante offra agli investitori una redditività meno che modesta, se non negativa».

Meglio meno chimica in vigneto e in cantina?

«Un po’ di confusione sul mercato si creerà tra naturale, biologico, biodinamico, sostenibile, libero, sano, buono, giusto, pulito, vegano, ecc. Invece l’obiettivo dovrebbe essere costruire nei viticoltori una coscienza in favore della lotta integrata, che all’impiego moderato e consapevole della chimica, affianca strumenti di altra origine (agronomici, fisici, tecnici, ecc.)».

In Langa e Roero potrebbe registrarsi una iniezione di imprenditori e capitali provenienti dal resto del mondo?

«Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta sicura. È certo che le aree che guadagnano in sovraesposizione sono quelle più appetite dagli investitori. Avviene già da decenni in Toscana, Borgogna, Bordeaux, Napa…».

Come sarà il viticoltore di domani?

«Senza dubbio sarà molto più apprezzato di quanto non lo sia stato finora. Il viticoltore bravo, capace, responsabile prevedo verrà venerato quasi come una star».

Giancarlo Montaldo

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