PALIO DEGLI ASINI Una grande festa di suoni e colori per oltre 3 mila spettatori che si conclude tra le polemiche. La 58esima edizione del Palio degli asini va a Patin e Tesor con il fantino Andrea Bravo da Cossano Belbo su “Valentina”, davanti a Santa Rosalia (borgo vincitore nel 2015) e al Borgo Moretta.
Un palio nel segno di Candido Alessandria, presidente di Santa Rosalia, mancato il 9 agosto. Per lui un lungo applauso di oltre cinque minuti di tutti i borghigiani e dei tremila di piazza Medford.
Ma partiamo dal fondo, dal secondo e dal terzo giro della finale che assegna il Palio. Patin e Tesor si presenta (come Brichet) con due asini. La lotta è tra Santa Rosalia, Patin, Brichet e Moretta con quest’ultimo borgo in vantaggio sugli altri.
L’asino bardato di oro e verde col numero 2 viene ostacolato dal 13 di Patin e Tesor (il secondo asino rimasto attardato e doppiato). Un ostacolo che rallenta il Borgo Moretta e dà il via libera al fantino Andrea Bravo su “Valentina” che trionfa e vince per la nona volta nella storia del Palio (meglio ha fatto solo Brichet con 11 vittorie)
La migliore rappresenzazione a due borghi. E’ la prima volta
Un clima finale che non rovina un pomeriggio indimenticabile in una piazza Medford finalmente esaurita in ogni ordine di posti.
Emozionanti le esibizioni dei borghi con a vincere, per la prima volta nella storia del Palio, due di loro. San Martino (Il peccato ossessione medioevale) e del Fumo (L’onore del cavaliere) trionfano.
Ad aggiudicarsi, invece, il Palio delle città gemelle è stato il borgo delle Rane abbinato alla città gemella di Sant Cugat.
Su Gazzetta in edicola martedì 4 ottobre le foto e il resoconto completo del Palio.
Marcello Pasquero