Ultime notizie

Strade letali in Piemonte

INCHIESTA / 3. Secondo i dati comunicati dalle forze dell’ordine e dal Centro di monitoraggio regionale della sicurezza stradale dal 1° gennaio 2016 al 30 giugno dello stesso anno (ovvero in soli sei mesi) ci sono stati in Piemonte 4.193 incidenti, per un totale di 6.121 feriti e 73 morti. In pratica, quasi 17 feriti al giorno in seguito a circostanze legate alla sicurezza stradale.
In provincia di Cuneo nello stesso periodo gli incidenti sono stati 450, i feriti 709 e 11 le vittime. Considerando poi il medesimo periodo nell’anno precedente, ovvero il 2015, la situazione fotografata appariva molto differente.

Mentre in Piemonte gli incidenti erano 5.438, per un totale di 7.953 feriti e 119 vittime (meno incidenti rispetto al 2016, ma con dinamiche più letali: in un solo anno 46 morti in più), a Cuneo i sinistri ammontavano a 555, i feriti a 856 e il numero di morti a 9. In provincia, dunque, si è registrato un lieve decremento degli incidenti, che tuttavia sono risultati più gravi in quanto a conseguenze prodotte.

Diminuiti gli incidenti che coinvolgono i giovani

Per spiegare le ragioni legate all’incremento del grado di pericolosità delle collisioni stradali ci rivolgiamo a Sylvie Occelli, ricercatrice di Ires Piemonte: «In provincia di Cuneo così come in Piemonte assistiamo a un aggravamento della letalità dei sinistri. Questo può avvenire per molte ragioni, tra cui la diminuzione della capillarità delle campagne di formazione e di sensibilizzazione. Una dinamica interessante si rivela sul fronte dei giovani: nella Granda gli incidenti mortali che coinvolgono i ragazzi sono notevolmente diminuiti negli ultimi anni, forse a causa dell’incremento delle attività repressive e dell’inasprimento delle leggi sul fronte della sicurezza stradale. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la prevenzione in questo campo è complessa e multifattoriale».

«Una delle evidenze che stiamo tentando di approfondire è la grande variabilità registrata a livello regionale. In altre parole, i numeri dell’incidentalità variano da area ad area, da provincia a provincia. Questo rende più complesse le interpretazioni e l’implementazione di strategie di contenimento, ma stiamo lavorando a una migliore analisi e connessione dei dati in modo da definire quadri più completi», conclude Occelli.

m.v.

Banner Gazzetta d'Alba