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Jack, lo scrittore esploratore, e i ragazzi delle medie di Alba

Jack, lo scrittore esploratore, e i ragazzi delle medie di Alba

INTERVISTA Giacomo Mazzariol ha incontrato seconde e terze della scuola media Pertini

Si definisce uno «scrittore esploratore», che non sa bene la sua direzione e si perde nei meandri della narrazione, ma durante il tragitto scopre l’inaspettato. È Giacomo Mazzariol, 19 anni di Castelfranco Veneto, autore di uno dei successi editoriali del momento: Mio fratello rincorre i dinosauri (Einaudi).

Mercoledì scorso ha incontrato, al palazzo Giacomo Morra, le seconde e terze della scuola media Sandro Pertini per “Libri in volo”. La vita di Giacomo non sarebbe tale senza suo fratello Giovanni, tredici anni, nato con un cromosoma in più. Insieme sono la John e Jack production. Hanno girato, con le sorelle Chiara e Alice, un video che ha riscosso in rete un enorme successo: un’intervista fittizia a Giovanni, che apre le porte del suo mondo. Da Internet alla pagina stampata, la loro storia potrebbe diventare un film.

«Non è un libro su Giò, ma è un libro con Giò e su come ha cambiato la mia e vita e quella della mia famiglia», spiega Giacomo.

Un fratello speciale

Presentaci la tua famiglia. Come sono i tuoi genitori? Quanti siete? «Mio padre mi ha insegnato l’ironia e mia madre l’importanza della cultura. Siamo tutti un po’ creativi e folli, in senso buono. Giò è talmente creativo che, ad Halloween, quando gli hanno chiesto “Dolcetto o scherzetto?”, ha risposto con uno scherzetto e un dolcetto. Ciascuno di noi ha la propria dimensione».

Il video su YouTube termina con la frase «dentro ogni persona c’è un mondo unico», come sei riuscito a entrare in quello di Giovanni?

«All’inizio non è stato semplice, c’è stato un periodo nella mia adolescenza in cui, per non farmi domande sul suo modo di essere, trovavo le risposte nella società e nei pregiudizi. Pensavo che Giò non capisse determinate cose, per poi realizzare che quello era il suo modo di essere, la sua realtà. Come lui è diverso, anche noi lo siamo per determinati aspetti».

Si può parlare ancora di discriminazione?

«Credo che non si possa generalizzare: molto spesso c’è una mancanza di buon senso. Non parlerei di discriminazione, ma della capacità di ciascuno di noi di relazionarsi con persone apparentemente diverse. Bisogna distinguere la vera discriminazione, sulla quale bisogna intervenire con fermezza, dai casi di superficialità e, consentitemi, stupidità. Fortunatamente le persone che stanno attorno a Giò non conoscono il termine diverso».

Quale messaggio vorresti trasmettere ai ragazzi che ti seguono e leggono il tuo libro?

«Non vorrei lasciare un messaggio univoco, ognuno ha la sua interpretazione e può ricavare dalle pagine ciò che preferisce. Il tono è la leggerezza: in questo periodo socio-politico le persone sono troppo pesanti, si prendono tutti troppo sul serio. Si leggono storie comiche o storie drammatiche, senza vie di mezzo. È il mio punto di vista, forse altri potranno comprenderlo e continuare in questa direzione».

Francesca Pinaffo

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