Ancora criticità sulla nuova norma per il tartufo. Cirio: serve un rinvio

Bocciato l'emendamento sul tartufo. Olivero: "Continuiamo a lavorare"

TARTUFO Il  Governo italiano nei mesi scorsi ha recepito la richiesta della Commissione europea di adeguare l’Iva applicata al tartufo a quella degli altri Stati dell’Unione, dove,  essendo considerato un prodotto agricolo va dal 4 al 10 per cento. «L’abbassamento dell’Iva ottenuto è una buona cosa»,  sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio, che a Bruxelles aveva depositato una petizione sul tema – «Tra le novità normative approvate nei mesi scorsi, però, sono stati inseriti alcuni elementi legati a questioni fiscali e di tracciabilità che, pur condivisibili negli intenti, hanno provocato un grave appesantimento burocratico. Un fatto controproducente, tanto che lo stesso Ministero per le Politiche agricole, rendendosene conto, all’indomani dell’approvazione ha istituito un tavolo di confronto sulle correzioni da operare prima dell’entrata in vigore della legge a gennaio 2017».

La nuova normativa prevede, infatti, una procedura contabile articolata anche per coloro che sono cercatori solo occasionali e non di professionePer superare queste difficoltà la Commissione agricoltura della Camera ha presentato un emendamento di semplificazione alla legge di stabilità, che prevedeva, tra le altre cose, una franchigia fiscale fino a un valore di 7mila euro derivato dalla cessione di tartufi. L’emendamento, però, è stato bocciato dalla Commissione bilancio, per parere contrario del Governo, e non risulta quindi tra le misure approvate nei giorni scorsi con la legge di stabilità.

Commenta Cirio: «Mi chiedo se a Roma i Ministeri si parlino. Come fa il Ministero dal bilancio a dare parere contrario a un emendamento presentato dallo stesso Governo e per di più con larga condivisione nazionale? La crisi oggi ha sicuramente reso meno semplici le cose, ma resta il rammarico perché se l’emendamento fosse stato già approvato dalla Camera a novembre, quando della crisi non c’era neanche l’ombra, ora non si sarebbe posto il problema. Non avendo altre soluzioni immediate percorribili, ho scritto al ministro Martina per chiedere che nel decreto milleproroghe sia previsto uno slittamento dell’entrata in vigore della nuova normativa almeno a giugno 2017, in modo da avere sei mesi di tempo per correggerla. Il mondo dei trifolao è fatto principalmente di amatori e appassionati, spesso non particolarmente giovani. Introdurre aspetti contabili così elaborati, per chi non lo fa di mestiere, è un appesantimento non necessario. Un aggravio che, tra l’altro, invece di far emergere il sommerso rischia di avere l’effetto contrario, perché l’eccesso di burocrazia favorisce il mercato nero».

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