Al lago San Biagio c’è bisogno dei soccorsi

Al lago San Biagio c’è bisogno dei soccorsi

ALLUVIONE  Acqua e fango. Ancora una volta a spazzare via il lavoro di anni. È successo di nuovo nella mattinata del 25 novembre, durante la piena del Tanaro arrivato a 6 metri e 14 centimetri. Pochi minuti per trasformare il lago San Biagio, il punto di riferimento di centinaia di amanti della pesca sportiva albesi in una montagna di fango.

Alba ha retto all’urto della piena, così non si può dire del lago e delle strutture adiacenti. L’acqua è arrivata a un’altezza di due metri oltre il livello massimo del lago San Biagio e ha portato via tutto. Francesco Ghignone, per tutti Franco, è il presidente degli Sportivi della pesca albesi. Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi, intento a lavorare per recuperare il recuperabile in una corsa contro il tempo. «Il livello raggiunto dall’acqua è stato lo stesso rispetto al 1994. I danni purtroppo sono stati molto più pesanti, in quanto, con il lavoro volontario avevamo costruito una struttura riscaldata e pavimentata, arredata di tutto punto. Ora non resta che un mucchio di fango».

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I lavori di pulizia della struttura invasa dal fango.

Ghignone non riesce a trattenere la commozione mentre guarda ciò che rimane del lago San Biagio, fino a due settimane fa punto di riferimento per 130 tesserati e 200 pescatori. La prima stima dei danni è impietosa: «Le strutture spazzate via avevano un valore di 31mila euro, ma se a questi aggiungiamo quattro quadri elettrici, le sponde di cui rimane nulla arriviamo a un totale di 250-300mila euro». I volontari si impegneranno, «ma da soli non possiamo farcela», spiega il presidente, che aggiunge: «Speriamo che Alba possa aiutare una struttura importante per chi pesca e per un folto gruppo di anziani che ogni giorno si ritrovava al lago San Biagio per parlare o giocare a carte; c’erano anche numerose società, a partire dal Gsr Ferrero, a organizzare manifestazioni in quest’area».

Ora, mediante un sistema di pompaggio, il lago è in fase di svuotamento; poi bisognerà eliminare il fango che ricopre l’invaso del lago. «Nel 1994 fu un importante imprenditore edile ad asportare il fango, oggi speriamo di poter trovare la solidarietà di albesi volenterosi», conclude Ghignone, lanciando un appello ai concittadini.

Tra i primi ad accorrere nell’area del lago nelle ore successive alla piena è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Emanuele Bolla: «Subito dopo l’allagamento del San Biagio ho effettuato un sopralluogo, accompagnando il sindaco Maurizio Marello. Nei giorni successivi il Comune è intervenuto in modo repentino per ripristinare la recinzione e mettere in sicurezza il lago. Per questo ringrazio gli uffici e l’architetto Daniela Albano, a cui va un plauso per la velocità dell’intervento. I pescasportivi stanno facendo un gran lavoro. Purtroppo ancora molto resta da fare: faccio appello a tutte le istituzioni del territorio, banche e fondazioni, affinché ognuno faccia quanto possibile per ripristinare quanto l’acqua del Tanaro ha danneggiato».

Marcello Pasquero

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