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La lettera del sindaco Maurizio Marello a Matteo Renzi dopo il referendum

La lettera del sindaco Maurizio Marello a Matteo Renzi dopo il referendum

IL CAPRICCIO DI UN UOMO IN GAMBA 

Sinceramente penso che un uomo che diventa sindaco di Firenze in giovane età e poi diventa presidente del Consiglio, sia una persona in gamba.

Questo lo ha dimostrato quando nel 2012 ha girato l’Italia in camper incontrando la gente e intercettando i sentimenti e le attese di chi faceva fatica e voleva svoltare. Poi ha iniziato a governare. Tante leggi, molte riforme, ma anche un crescente distacco dalla gente comune.

All’ascolto che lo aveva spinto in alto ha preferito gli slogan, le frasi fatte, le rassicurazioni che tutto migliorava. Dopo avere spaccato il suo partito, allontanato le forze sindacali e persino insegnato ai leader europei il mestiere, decideva di cambiare le regole costituzionali.

Giusto ed opportuno intervenire in un’Italia ferma da decenni. Ho approvato la sua riforma e ho votato Sì. L’autostima eccessiva però lo induceva a legare il proprio destino a quello del referendum.

Nessuno glielo aveva chiesto. Nessuno sognava di chiederglielo. Perdeva la consultazione e ne traeva le conseguenze. Coerente certo, ma anche capriccioso. Legare le proprie sorti a quelle di un Paese non va mai bene.

Lui se ne va, forse ritornerà. Intanto però la gente arranca e l’Italia avrebbe bisogno di una guida sicura. Dimenticavo: l’uomo in gamba di cui parlavo, ma l’avete capito, è Matteo Renzi a cui auguro per Natale un po’ di meritato riposo e di trovare sotto l’albero l’umiltà e la sobrietà degli uomini di buona volontà.

Per lui e per l’Italia.

Maurizio Marello. Sindaco di Alba.

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