Antonio Tajani (Ppe) è il nuovo presidente del Parlamento Europeo

Antonio Tajani (Ppe) è il nuovo presidente del Parlamento Europeo

PARLAMENTO EUROPEO Antonio Tajani, del Partito popolare europeo, è stato eletto presidente del Parlamento Ue con 351 voti dall’Assemblea di Strasburgo, contro i 282 ottenuti dal candidato socialista Gianni Pittella nel ballottaggio tra i due.

I gruppi Ppe e Alde al Parlamento europeo hanno siglato un accordo di cooperazione che di fatto ha spinto Antonio Tajani verso la presidenza dell’eurocamera. Il candidato liberale dell’Alde Guy Verhofstadt ha ritirato la sua candidatura. “L’Europa è in crisi – si legge nel testo dell’accordo – una coalizione pro europea è necessaria. Per questo Ppe e Alde, al di là delle loro differenze ideologiche, hanno deciso di lavorare insieme strettamente e offrire una piattaforma comune come punto di partenza per questa cooperazione pro europea”.

Ansa

Riportiamo qui di seguito l’intervista pubblicata su Gazzetta d’Alba del 10 novembre 2015, quando l’allora vicepresidente vicario del Parlamento europeo visitò la sede del giornale.

Antonio Tajani: il modello Alba traina la ripresa

Il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, in città per i 120 anni di Banca d’Alba, ha visitato anche la redazione di Gazzetta

Da ufficiale dell’Aeronautica a giornalista inviato in Somalia, da portavoce di Silvio Berlusconi a candidato a sindaco di Roma. È, solo per cenni, la vita movimentata del vicepresidente vicario del Parlamento europeo, l’onorevole romano Antonio Tajani, che è stato invitato ad Alba dal collega del Partito popolare europeo Alberto Cirio per i festeggiamenti dei 120 anni di Banca d’Alba. Gazzetta lo ha intervistato durante la sua visita al giornale.

Onorevole, apriamo l’intervista con una delle priorità europee: l’accoglienza dei migranti. Come pensate di affrontare la questione?

«Occorre che ciascuno Stato dell’Unione europea abbandoni gli egoismi e che si definiscano accordi con i Paesi dai quali fuggono i profughi. Seppure tocchi principalmente l’Europa, il problema va affrontato a livello globale, tramite il coinvolgimento di Usa, Russia, Cina e del resto dei Paesi arabi e africani, anche perché l’Isis è una minaccia per il mondo intero».

L’altro problema europeo è la crisi economica. Si intravedono spiragli?

«Qualche segnale di ripresa c’è, anche per l’Italia, ma è fragile e pertanto va incoraggiato».

Puntando su che cosa? «L’industria è quella che ha salvato molte zone dell’Europa dalla congiuntura. Può essere utile puntare su un modello industriale moderno, etico e attento ai diritti del capitale umano, simile a quello adottato dalla Ferrero, che ha sempre messo al centro la persona, il rispetto dell’ambiente e la responsabilità sociale».

Anche il modello del credito cooperativo, di cui Banca d’Alba è uno dei migliori esempi,può favorire la ripresa, non crede?

«Se si vogliono aiutare le famiglie e le imprese medio-piccole bisogna sostenere le banche di credito cooperativo e quelle popolari, che hanno una grande valenza sociale».

Con l’albese Alberto Cirio ha incontrato i 400 lavoratori della Michelin di Fossano che rischiano il licenziamento. Riuscirà a replicare il successo ottenuto in Spagna, dove nel 2014 grazie a una sua mediazione venne scongiurata la chiusura della Tenneco?

«Mi sono interessato della vicenda Michelin, perché credo che l’azienda, avendo annunciando di voler investire 180 milioni sul territorio italiano, possa prendere in considerazione altre alternative alla chiusura dello stabilimento di Fossano».

Non crede che, anche alla luce dei recenti scandali, servirebbe un sussulto d’orgoglio da parte della politica, magari prendendo spunto dalla sua rinuncia all’indennità da commissario europeo di quasi 500 mila euro?

«La mia rinuncia vuole dimostrare che ci sono ancora politici che si battono per valori come la famiglia, la religione, l’amore per la patria e il rispetto, senza badare esclusivamente alle ambizioni personali».

Al tartufo bianco d’Alba però non rinuncerà, speriamo.

«Mi piace molto, lo preferisco pure alle ostriche! (ride, nda)».

Enrico Fonte

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