«Vi spiego perché gli immigrati ci sembrano troppo invadenti»

INCHIESTA / 2 Parliamo con Enrico Allasino, ricercatore di Ires Piemonte, esperto di analisi statistiche sui flussi migratori. Secondo l’indagine effettuata da Gazzetta, ad Alba le persone si dividono a metà tra intolleranti e disposte a valorizzare l’immigrazione.

Che cosa ne pensa?
«I risultati non mi sorprendono. Sovente questi atteggiamenti si strutturano sulla base della condizionabilità delle persone rispetto a certe ideologie politiche o a logiche partitiche. Oppure sono il frutto dell’influenzabilità degli individui rispetto ai media. Insomma, si tratta di visioni che talvolta prescindono dalla realtà effettiva dell’emergenza».

Infatti molte persone hanno dimostrato di avere un’idea irrealistica dei profughi presenti in città.

«Vi spiego perché gli immigrati ci sembrano troppo invadenti»
Enrico Allasino

«Alba è una piccola città, dunque la dinamica può essere duplice. Da un lato la ristrettezza del contesto geografico può favorire il circolare di informazioni veridiche, che consentono a loro volta un’appropriata conoscenza dello stato della realtà. D’altra parte il vedere molti immigrati o profughi che si muovono per le strade di un piccolo centro urbano – ad esempio, a metà mattina, quando di solito le persone sono a lavoro – può condurre a sovrastimare la presenza straniera. Ciò può avvenire per due ordini di ragioni: in primo luogo perché in una società prevalentemente bianca una persona di colore diverso risulta percettivamente “saliente” e può condurre a errori nella stima quantitativa. Inoltre, le persone che vivono in uno stato di maggiore prossimità reciproca – rispetto a quanto avviene nelle metropoli – tendono talvolta a ingigantire la rappresentazione di un fenomeno, anche a causa di una sensazione più intensa di invasione dei confini da parte di un elemento estraneo».

Che cosa sarà del futuro?

«In Italia gli immigrati sono oggi 5 milioni, ma negli ultimi anni abbiamo registrato consistenti contrazioni degli arrivi. In parallelo, riscontriamo una grande affluenza di profughi, sebbene statisticamente non siamo di fronte a un’invasione o a fenomeni eccessivi. Invece di concentrarci sull’allarme numerico della presenza di profughi, dovremmo invece lavorare sulle strategie di gestione dell’accoglienza, sull’organizzazione più efficace dei servizi e dell’integrazione».

m.v.

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