Sanremo, un bilancio: canzoni improntate al sociale e presentatori ineccepibili

La fotogallery della finale della sessantasettesima edizione del Festival di Sanremo 1

SANREMO Un festival, il sessantasettesimo, in cui è difficile trovare qualcosa di negativo. Carlo Conti e Maria De Filippi così perfetti da far paura, così sobri di parole e senza uno sbaglio da non far rimpiangere il fatto che non ci fossero vallette o valletti ufficiali. Non più la mora e la bionda o la figlia di qualche personaggio famoso o il bello di turno che si presenta sul palco per co-presentare meglio o peggio i cantanti in gara, ma ospiti, vedi Bova e Totti, che con i conduttori instaurano ammiccanti e divertenti annunci per il “prossimo cantante in gara”.

La cartolina di Crozza risulta al pubblico un piacevole siparietto politico e non con stoccate a tutti gli schieramenti e ai personaggi del momento. C’è stata una grande attenzione all’Italia del volontariato e dell’impegno sociale con gli “angeli” del terremoto, le forze dell’ordine, la Croce rossa, i lavoratori che ogni giorno timbrano il cartellino, le foibe, fino ad ascoltare una canzone scartata dalla gara, ma inserita nel contesto della macchina festivaliera, dal titolo “Pace” per raccontare e bandire la guerra interpretata da Paolo Vallesi e Amara (tra l’altro autrice del brano della Mannoia).

Carlo Conti e Maria De Filippi consegnano il disco di platino ad Alvaro Soler

Il festival, attraverso i testi delle canzoni ci racconta il costume e il tempo che viviamo. Sempre meno presente nei testi, anche se ancora prevalente, la parola “amore” – solo la canzone di Elodie la contiene la bellezza di 28 volte – e sempre di più legate al sociale. La canzone di Fiorella Mannoia, «Che sia benedetta», che ci vuole convincere che la vita è bella, mi è sembrata una delle più rappresentative dei nostro vivere odierno. Molti “big” arrivano dai talent come Amici o X-Factor ed erano sconosciuti a quella fascia di pubblico sanremese che ama Al Bano, Ron o la Mannoia – lontani dai numeri di visualizzazioni su internet di Elodie, Sergio Sylvestre, Alessio Bernabei – e questo si è visto, in parte, nelle esclusioni eccellenti come Giusy Ferreri, Al Bano, Ron e Gigi d’Alessio.

Tra i giovani fa incetta di premi Maldestro anche se a vincere è Lele che, come dice lo stesso Maldestro, «probabilmente aveva la canzone migliore».

La serata delle cover incorona Ermal Meta e la sua bella interpretazione della canzone di Modugno. E a chiudere il tutto, una serata con ospiti come, tra gli altri, Zucchero, un riconoscimento alla carriera ad una delle nostre grandi show girl qual’è ed è stata Rita Pavone, Geppi Cucciari ed i Ladri di Carrozzelle.

Una edizione del festival che probabilmente verrà ricordata per i record di ascolti avuti in ogni serata attestatisi sempre nelle prime due posizione degli ultimi anni, per i presentatori, per i grandi ospiti e per la vittoria di Francesco Gabbani e della sua Occidentali’s Karma.

Sul palco Fiorella Mannoia, Ermal Meta e Francesco Gabbani attendono il risultato del televoto

Pierangelo Vacchetto

 

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