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Una targa per Michelina, che salvò i Segre dai lager nazisti

Una targa per Michelina, che salvò i Segre dai lager nazisti
IL sindaco Giampiero Novara e Dedè Segre alla posa della targa in memoria di Michelina Saracco

 

GOVONE

Si chiamava Michelina Saracco, abitava a Govone, e fece della “disobbedienza” la sua bandiera. La govonese che salvò la vita ad alcuni membri della famiglia Segre è stata ricordata domenica 29 gennaio nel suo paese.

«In memoria di Michelina, nata a Govone nel 1908 e scomparsa a Torino nel 2003, e riconosciuta Giusta tra le nazioni il 3 giugno del 1988 dall’istituto Yad Vashem di Gerusalemme, poniamo una targa commemorativa accanto a un tiglio appena messo a dimora nel parco del castello, questo perché vogliamo che chiunque passi la noti, e non la dimentichi», ha detto il sindaco Giampiero Novara durante la commemorazione, alla quale era presente anche Dedè Segre, scampata alla deportazione proprio grazie a Michelina.

Figlia del fabbro di Govone, la Saracco era proprietaria di un autobus di servizio fra i paesi dell’Astigiano. I Segre, invece, erano i suoi vicini di casa. Ma anche nel piccolo paese del Roero il pericolo per gli ebrei si presentò presto, perché i tedeschi prima dell’8 settembre 1943 gestivano, in collaborazione con l’Aeronautica militare italiana, un piccolo aeroporto nelle vicinanze.

Michelina avvisò la famiglia Segre che la polizia italiana sarebbe venuta ad arrestarli. L’avvocato Arturo Segre lasciò immediatamente la casa, vagando per le campagne per 18 mesi, fino alla Liberazione. In tutto quel periodo la govonese gli portò cibo e denaro, nascose i loro oggetti di valore, per poi riconsegnarli alla fine della guerra e fece rifugiare a casa sua la moglie Ada e la figlia Adele (Dedè). Quando i tedeschi arrivarono la Saracco riuscì, grazie ai conducenti della propria ditta di trasporti, a portare Adele e sua madre a Racconigi, dov’era stato costruito – su un terreno di proprietà della famiglia Segre – un ospedale. Lì le suore le nascosero fino alla fine dell’occupazione.

Colpisce la creatività con cui la Saracco più e più volte, ha distolto l’attenzione dei tedeschi, dando loro da mangiare e portandoli in giro con l’autobus.

f.ge.

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