Giovani albesi e braidesi si sperimentano come ambasciatori all’Onu

Giovani albesi e braidesi si sperimentano come ambasciatori all’Onu 1
Vincenzo Pepe ed Edoardo Bosio nella sede dell'Italian diplomatic academy a Verona

STUDENTI Ambasciatori all’Onu per una settimana. È quanto si apprestano a vivere i 38 giovani dell’Albese e Braidese che domenica 5 marzo, a Verona, nella sede dell’Italian diplomatic academy, hanno fatto le prove generali del ruolo che rivestiranno tra il 12 e il 20 marzo, al ben noto Palazzo di vetro, a New York.

Di questo nutrito gruppo di giovani, ben 30 sono studenti del liceo braidese Giolitti Gandino, di terza, quarta e quinta, dei diversi indirizzi (classico, linguistico e scientifico), mentre otto provengono da Alba, dalle classi quarte a indirizzo economico-sociale del liceo Leonardo da Vinci e di ragionieri e geometri dell’istituto Einaudi.

Chi, tra i candidati, ha superato il test d’ingresso in inglese, a novembre, ha poi seguito tredici lezioni, tenute da docenti universitari o esperti che lavorano all’Onu su geopolitica, storia, inglese diplomatico, relazioni internazionali e protocollo da seguire all’Onu. I ragazzi cuneesi sono stati suddivisi a rappresentare Mozambico, Mali e Ciad e ogni rappresentante sarà impegnato nei lavori di commissioni dedicate a temi diversi: dal contrabbando di armi al bracconaggio, dall’economia all’energia nucleare, alla libertà di stampa.

Giovani albesi e braidesi si sperimentano come ambasciatori all’Onu
La sede a Verona dell’Italian diplomatic academy

I ragazzi saranno impegnati in diverse Commissioni

Anna Testa, portavoce con Filippo Losito del gruppo braidese, racconta: «Ciascun allievo ha prodotto una relazione – in inglese – in cui esponeva le posizioni del Paese che era delegato a rappresentare nella commissione assegnatagli. A Verona abbiamo simulato ciò che avverrà a New York, comunicando sempre e solo in inglese».

Aggiunge Filippo: «Alloggeremo nell’hotel Hilton di Times square. Lavoreremo nel Palazzo di vetro, ciascuno nella commissione assegnatagli, per quattro giorni, molto intensi, dalle 8 fino a notte, in occasione delle serate di gala; nelle restanti giornate ci dedicheremo invece a visite culturali ai musei e uscite turistiche». Tra gli studenti del gruppo nostrano, accompagnato dalla docente di inglese Anna Bruno, coloro che si distingueranno per migliore capacità di negoziazione, persuasione e leadership, verranno premiati e riceveranno l’encomio di junior ambassador della propria città di appartenenza.

Un’esperienza, quella proposta dall’Italian diplomatic academy nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro, per la quale molti dei ragazzi non hanno esitato a investire tutti i risparmi o i denari ricevuti per il loro diciottesimo compleanno.
O a batter cassa dai genitori perché, come ha detto una mamma di Alba, «per un’esperienza così singolare e notevole i soldi, anche in questi momenti di crisi economica, in qualche modo si trovano».

v.m. e v.p.

I nostri quattro giorni a New York

Edoardo, Vincenzo, Milena, Tommaso, Annalisa, Valentina, Ilaria e Andrea sono i giovani albesi che stanno per volare a New York e lavorare quattro giorni all’Onu.

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Tommaso Gobino, che frequenta la classe quarta all’Einaudi (geometri) ad Alba

Un’esperienza in cui si sono imbattuti quasi per caso, ma da subito, per tutti, fortemente voluta e che già ha germinato cambiamenti. Edoardo e Vincenzo raccontano: «Abbiamo saputo di questa opportunità durante un incontro sull’alternanza scuola lavoro e, per saperne di più, abbiamo partecipato alla riunione di secondo livello all’Einaudi. Mentre presentavamo le nostre candidature per l’Italian diplomatic academy, ci siamo proposti come rappresentanti dei ragazzi in Consiglio di istituto. La prima scelta ha generato la seconda».

E se, al Da Vinci, li hanno fatti distinguere proposte intelligenti, voglia di fare, impegno e senso civico, in vista del viaggio a New York li accomuna anche un’ansia che Edoardo si affretta a definire positiva: «Mi sento fortunato e frastornato: cittadino di Alba e del mondo, prossimo a varcare la soglia di un palazzo in cui si decidono i destini dell’umanità, l’Onu».

«Un’esperienza del genere, a 18 anni, apre percorsi neanche mai immaginati», sottolinea Vincenzo, confessando che, ora, vorrebbe scegliere una facoltà universitaria che apra a varie possibilità. Progetto confermato da Tommaso: «Questa esperienza mi ha cambiato e arricchito; studiando da geometra, mai mi sarei immaginato nelle vesti di un diplomatico all’Onu. Ora, chissà?».

v.p.

 

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