MONTÀ L’azienda montatese è cresciuta del dieci per cento nel 2016
Quasi tutti i montatesi sanno che la ciminiera che svetta poco distante dal centro del paese è della Insit. Ma forse non sono tanti quelli che hanno avuto notizia che l’azienda montatese è il quarto produttore mondiale di cuffie per motori e giunti omocinetici con un fatturato di 22 milioni di euro l’anno e più di un centinaio di dipendenti.
In progressione continua dal 1948 a oggi
Fondata nel 1948 e “allevata” dal senatore Luigi Burgo, oggi è gestita da suo nipote, Luigi Galgani Burgo, con la cugina Anna Debenedetti. Nell’ultimo anno l’azienda è cresciuta del 10% ed è in trend positivo da una decina d’anni, nonostante la crisi economica globale.
Burgo ne illustra la produzione con passione: «Lavoriamo la gomma per ottenere guarnizioni di tenuta per i coperchi dei motori e, dai materiali termoplastici, produciamo cuffie per giunti omocinetici. Nel 2011 abbiamo aperto uno stabilimento in Brasile, la BInsit, dove i dipendenti sono 10, mentre a Montà siamo in 123, 16 dei quali assunti nell’ultimo anno». Tutti per la maggior parte montatesi, il 70 per cento dei quali sono donne.
Burgo: «Ogni anno investiamo 300mila euro in ricerca e sviluppo»
Le sfide del mercato internazionale non spaventano l’imprenditore montatese, che racconta: «Il mercato globale è difficile, mutevole e ci costringe a “navigare a vista” ma credo nel nostro gruppo e nel modo di lavorare che abbiamo adottato. Investiamo molto in macchinari e automazione e stiamo valutando l’acquisto di sistemi antropomorfi per aumentare la produttività. Per essere sempre più competitivi, senza delocalizzare la produzione in Paesi in cui la manodopera è a basso costo o peggio ancora che non rispettano i diritti dei lavoratori, puntiamo moltissimo sul settore ricerca e sviluppo, investendovi ogni anno dai 200 ai 300mila euro».
La scommessa è il mercato nordamericano
In merito alle prospettive a medio termine Burgo è ottimista: «A medio termine stiamo lavorando per ottenere una commessa molto interessante del valore di un milione di dollari in Messico. Grazie a essa, potremmo introdurci nel mercato del Nord America (Trump permettendo). Ma più a lungo termine ci sarebbe da valutare l’acquisizione di un’azienda automotive. L’operazione farebbe di noi un polo d’eccellenza da quasi 50 milioni di euro».
L’impegno costante non lascia tregua, tanto che il manager confessa: «A volte sono stanco perché i problemi sono tanti. Ragioniamo a livello globale e poi rischiamo di non avere spazio per allargare il nostro stabilimento storico, che è inserito all’interno del tessuto urbano del paese e in cui siamo, ormai, allo stretto. Però non mancano le soddisfazioni. Viste la nostra solidità, la crescita costante e l’esposizione nulla con le banche, ci hanno proposto di quotarci in Borsa come azienda valutata con una tripla A+».
Un orizzonte, quello azionario che, per ora sembra non interessare all’azienda montatese, tanto che Burgo sottolinea: «Non ci muoveremo in tal senso, ma i riconoscimenti importanti fanno sempre piacere e aiutano a guardare lontano».
Andrea Audisio