ALBA Il festival di musica da camera San Giuseppe arriva alla terza edizione, portando in grembo nomi di compositori celebri eseguiti da strumentisti di talento. I concerti abiteranno la chiesa di San Giuseppe in tre date. Il primo appuntamento è per venerdì 28 aprile alle 21, con il Cello consort, complesso d’archi guidato da Dario Destefano, che presenterà brani di Antonio Vivaldi, Giuseppe Verdi e Astor Piazzolla.
Si prosegue sabato 13 maggio (sempre alle 21) con l’ensemble di corni del conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e brani di Gioacchino Rossini e Richard Wagner, per concludere sabato 20 maggio con l’orchestra Gli armonici di Bra e le sinfonie di Wagner e Warlock. Tutte le serate hanno un costo di ingresso di cinque euro fino a esaurimento dei posti.
Nicola Davico è il direttore artistico del festival. Perché un triplice concerto?
«I tre eventi sono stati organizzati in linea con la tradizione del festival, in modo da dare spazio a giovani musicisti o a formazioni del territorio che meritano, per professionalità e costanza, di essere portati all’attenzione del pubblico. Vorremmo diventare un piccolo punto di riferimento per i giovani musicisti diplomati o laureati in cerca di un trampolino per tuffarsi nel mondo musicale professionistico. Al tempo stesso vogliamo presentare al pubblico i numerosi strumentisti che, sebbene non abbiano un nome affermato nel panorama musicale nazionale o internazionale, nulla hanno da invidiare a chi è riuscito a “sfondare”. L’edizione di quest’anno è orientata agli ensemble più che a formazioni di duo o trio, come invece è stato nelle edizioni precedenti».
Alba sembra rappresentare un contesto piccolo dal punto di vista geografico, eppure fervido sul fronte artistico e musicale.
«Alba è una cittadina fortunata per quanto riguarda la musica da camera: molti sono gli appuntamenti che accompagnano il pubblico locale nel corso dell’anno. In Italia questa tipologia di musica è però assai secondaria nella produzione artistica complessiva. Tra concerti e concorsi, estremamente pochi sono gli spazi dedicati ai gruppi giovani che, non potendo contare su punti d’appoggio anche economici, non riescono a trovare l’impulso necessario per spingersi al largo».
Cosa cambia, invece, se oltrepassiamo i confini della nostra città?
«La situazione è assai diversa all’estero – Francia, Germania, Gran Bretagna – dove la tradizione della musica da camera è più antica, gli eventi organizzati sono numerosi e la partecipazione del pubblico è molto più consistente».
m.v.