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Paolo Tibaldi racconta a Gazzetta gli aneddoti legati al “Tamagnon” e al “Poggiastengo”

Abitare il Piemontese: con Paolo Tibaldi impariamo il significato di "Suagné"

ABITARE IL PIEMONTESE

Tamagnon: Rimorchio, carro gommato del trattore

In questo periodo viene nuovamente rimesso all’opera per svolgere lavori decisamente rurali il “tamagnon” (dove la “o” si legge “u”): di cosa tratta? Il tamagnon, è il rimorchio gommato; insomma quel carro che viene trainato dal trattore, necessario a trasportare ogni genere di materia prima in grande quantità (quasi sempre prodotti vegetali alimentari): nocciole, frutta, verdura, uva appena vendemmiata, ma anche letame per concimare. Su ogni tamagnon che si rispetti, almeno dalle nostre parti, spesse volte troviamo il mitico cane del conducente contadino che vigila, probabilmente affinché tutto sia a norma, a regola d’arte. Alcuni ricordano epiche gesta avvenuta sul “tamagnon” adibito a palco per carnevali, esibizioni, corride o veglie serali.

Taluni, sostengono che si debba ricorrere al latino, dove Maior Maximus = Magnus, è l’aggettivo desinenza della parola di oggi, usato anche in castigliano (Tamaño). Altri, invece, ipotizzano che la parola arrivi direttamente da un marchio di fabbrica riportante il cognome di colui che fondò una delle principali aziende di produzione carri, rimorchi e gommati traino per trattori, il cosiddetto Sig. Tamagnone a cui, per antonomasia, oggi riconosciamo l’oggetto da lui fabbricato. Un cognome, tra gli altri, piuttosto diffuso in Piemonte.

Un po’ come la storia dello zolfo: tradizione vuole che anni fa, lo si identificasse non tanto come “zolfo” (solfo), ma chiamato “poggiastengo”, in onore dell’azienda savonese fornitrice di zolfo in gran parte delle nostre campagne dedite a coltivazione della vite: l’azienda Poggi & Astengo, appunto. Questo zolfo era venduto in sacchi di tela piuttosto pregiata e resistente che, una volta esaurito il suo contenuto, veniva ritagliata e lavata a dovere, per rifornire di mutandoni tutta la famiglia, tanto da trovarcisi scritto su una gamba la parola “Poggi” e sull’altra “Astengo”…se non addirittura in rilievo su entrambe le gambe dopo una giornata di sudato lavoro. Historia Magistra Vitae.

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