Marengo (Fi): «Nuovi rischi per il nostro ex palazzo di giustizia»

Marengo (Fi): «Nuovi rischi per il nostro ex palazzo di giustizia»

ALBA «Il rischio è che la riforma Orlando, il decreto legislativo di riordino dell’intera magistratura onoraria, che ha causato le proteste dei giudici in tutta Italia, possa entrare in vigore non da subito, ma a partire dal 2021 con gravi conseguenze per il palazzo di giustizia albese», a lanciare l’allarme è il consigliere di Forza Italia Gionni Marengo. Rischio, gravi conseguenze, allarme, gli avvertimenti dell’avvocato forzista assumono un’accezione negativa per l’ex tribunale albese che sarebbe dovuto tornare a rivivere con l’introduzione della figura del Gop, Giudice onorario di pace, prevista inizialmente per maggio 2017 all’interno del Ddl che porta il nome del Ministro della giustizia Andrea Orlando. Un tassello che con l’apertura dello sportello di prossimità, lo spostamento delle funzioni del giudice di pace di Bra ad Alba e il trasloco della sede dell’Inps e forse di quella dell’Inail avrebbe dato nuova vita al palazzo di giustizia, rimasto in gran parte vuoto dopo lo spostamento dei procedimenti ad Asti.

Il decreto legislativo di riordino dell’intera magistratura onoraria prevede un incremento sostanziale di funzioni per il giudice ordinario di pace cui sarà estesa la competenza per valore sulle cause che hanno per oggetto beni mobili (fino a 30mila euro, dai precedenti 5mila, che diventano 50mila per gli incidenti stradali al posto dei precedenti 20mila). Il giudice di pace avrà la possibilità di decidere secondo equità tutte le cause di valore fino a 2.500 euro. Estesa, inoltre, la competenza a tutte le controversie in materia condominiale che sono anche oggetto di mediazione.

L’aumento delle competenze riguarda anche il penale

L’aumento delle competenze riguarda anche il penale con l’assegnazione ai giudici di pace della giurisdizione sulle minacce aggravate, sulle contravvenzioni per il rifiuto di indicazione al pubblico ufficiale di informazioni sulla propria identità personale e quelle relative all’abbandono e uccisione di animali. Infine, al giudice di pace è attribuita competenza sulle contravvenzioni per la sicurezza alimentare.

Facile comprendere come la presenza di un giudice ordinario di pace nell’ex tribunale di Alba, potrebbe far tornare a operare almeno il 60% della struttura.

L’iter si è fermato, non è facile capire per quanto anche a causa delle proteste veementi dell’Unione nazionale dei giudici che hanno indetto uno sciopero dal 15 maggio al 15 giugno. Ai magistrati non piace gran parte della riforma, così come prospettata e puntano il dito contro l’indennità annuale lorda fissa di 16.140 euro, comprensiva degli oneri previdenziali ed assistenziali prevista che impone l’iscrizione alla gestione separata Inps. Non piacciono i limiti temporali del decreto (due quadrienni per mandato) che non garantirebbero una stabilità temporale per il giudice.

«Se fosse confermato un ritardo di 4 anni, è indispensabile provvedere ad assumere le necessarie contromisure per salvaguardare l’ex palazzo di Giustizia mettendolo in sicurezza, al fine anche di garantire pari sicurezza agli abitanti del quartiere», aggiunge il consigliere Gionni Marengo che sul tema ha presentato un’interrogazione da discutere nel prossimo consiglio.

Il sindaco Maurizio Marello non si scompone di fronte all’allarme lanciato da Marengo: «Seguiamo la vicenda, ma al momento l’iter del disegno di legge prosegue e non pensiamo che l’entrata in vigore venga prorogata al 2021. Siamo partiti con lo sportello di prossimità, ora nell’ex tribunale opera il giudice di pace per le zone di Alba e Asti e presto potremmo trovare l’accordo con l’Inps. Ci eravamo posti come obiettivo di tornare a rendere operativa una buona parte dell’ex tribunale entro la fine del 2017 e vogliamo riuscirci. Al momento non abbiamo pensato ad altre soluzioni perché siamo convinti che la struttura debba continuare ad avere la finalità di palazzo di giustizia».

Marcello Pasquero

 

 

 

Banner Gazzetta d'Alba