Studenti albesi a Cinisi per capire la lotta alla mafia

Studenti albesi a Cinisi per capire la lotta alla mafia 1

ALBA Una settantina di alunni delle quarte dell’istituto Einaudi di Alba hanno intrapreso un viaggio che li ha condotti fino a Cinisi (Palermo) alla scoperta dei segreti che ancora oggi la mafia nasconde.
Ospitati dall’ecovillaggio solidale Fiori di campo, realizzato in un bene confiscato al mafioso Vincenzo Piazza, hanno incontrato testimoni chiave della lotta a Cosa nostra come Giovanni Impastato, fratello del giornalista Peppino assassinato nel 1978; Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage del magistrato Chinnici; Santi Palazzolo, pasticcere ribellatosi al “pizzo” e sono andati alla scoperta dei luoghi simbolo della lotta alla mafia.
Così alcuni ragazzi raccontano i momenti più forti della loro esperienza: «Dopo la visione del film I cento passi, riguardante la vita e la lotta di Impastato, Giovanni, suo fratello, ci ha trasmesso il coraggio di Peppino nel lottare contro la mafia attraverso diversi strumenti quali la radio e le iniziative politiche».
«Una testimonianza toccante è stata quella donataci da Santi Palazzolo, un pasticcere di Cinisi che gestisce anche un punto vendita nell’aeroporto di Palermo. Ha avuto la forza di denunciare l’elevata tangente richiesta per ottenere il rinnovo dell’autorizzazione a esercitare la sua attività a Punta Raisi. Il suo coraggio è stata un’arma efficace e, grazie all’appoggio della sua famiglia, non ha mollato e non si è fatto sottomettere dal potere della mafia».
«L’esperienza della visita al carcere dell’Ucciardone è stata molto forte, abbiamo avuto modo di dialogare con un gruppo di detenuti-studenti con i quali ci siamo confrontati. I detenuti hanno dimostrato come cerchino di reintegrarsi grazie all’aiuto di operatori e volontari che credono in un loro possibile riscatto».

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