Beatificata a La Spezia Itala Mela, mistica del Novecento

Beatificata Itala Mela, mistica del Novecento

TESTIMONE DEL SECOLO A La Spezia la Messa presieduta da Angelo Amato a sessant’anni dalla sua scomparsa.
Sabato 10 giugno 2017, vigilia liturgica della Santissima Trinità, si è svolta a La Spezia la solenne beatificazione della mistica Itala Mela, vissuta dal 1904 al 1957, profondamente legata al monachesimo benedettino. A elevarla agli onori degli altari è stato lo stesso presidente della Congregazione per le cause dei santi, il cardinale Angelo Amato: proclamazione avvenuta esattamente a sessant’anni dalla morte della spezzina.

Che l’esistenza terrena di Itala Mela si fosse chiusa anzitempo “in odore di santità” lo si era capito subito, fin dal giorno dei suoi funerali; e anche nei nostri paesi era giunta la fama di santità di questa ragazza, specie nei gruppi giovanili e nelle associazioni di Azione cattolica.

Lo stesso papa Paolo VI, ricevendo in udienza il vescovo di La Spezia, si era raccomandato di avviare la beatificazione, istituendo presto il processo canonico informativo, per raccogliere le preziose memorie dei tanti testimoni. Papa Montini, che era stato assistente nazionale degli universitari cattolici, aveva conosciuto la giovane Itala Mela negli anni della sua presenza attiva nella Fuci, definendola «un’anima ricca di una spiritualità genuina e soda». In occasione del convegno nazionale della Chiesa italiana, tenutosi a Verona nell’autunno del 2006, Itala Mela venne scelta come uno dei “testimoni del Novecento”, figure giudicate preziose per documentare il valore della presenza cristiana nel mondo.

“Maria della Trinità”. Non a caso il giorno scelto per la beatificazione è stata la solennità liturgica della Trinità: festa e mistero che esprime tutta la spiritualità e la vita della beata.

Il pensiero mistico di Itala Mela, come è documentato nei suoi scritti, è legato in modo inscindibile al mistero della Santissima Trinità, approfondendo e vivendo la “inabitazione trinitaria”, nella convinzione che la vita cristiana non può prescindere dal considerare Dio come Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ecco perché, fin dal 1929, a soli 25 anni, volle prendere il nome di “Maria della Trinità”. Non potendo, per motivi di salute, entrare in monastero, come era suo ardente desiderio, divenne nel 1933 “oblata benedettina”, pronunciando i tre voti perpetui, secondo la Regola di san Benedetto, ai quali volle poi aggiungere il voto legato al tema della “inabitazione”. Il suo amore per la spiritualità benedettina la spinse con forza a far sì che a La Spezia sorgesse un monastero femminile di clausura.

I genitori di Itala erano maestri elementari, di sani principi ma lontani dalla fede. Negli anni del liceo il grande lutto della morte del fratellino Enrico di appena 9 anni la getta nella disperazione e nella totale negazione della fede. Solo due anni dopo, in seguito a una misteriosa scossa interiore inizia una nuova vita, basata sulla ferma preghiera: «Signore, se ci sei, fatti conoscere!».

È il punto di partenza di un nuovo cammino, di un percorso mistico con l’aiuto di maestri di spiritualità, quali il cardinale Schuster, Divo Barsotti, padre Gemelli e in particolare Giovanni Battista Montini.

Laureata in lettere, la sua carriera di giovane insegnante è sconvolta da un evento straordinario: dal tabernacolo riceve un raggio di luce e il messaggio divino: «Tu farai conoscere». È la forte irruzione di Dio nella sua vita, cui ne seguiranno tante altre che fanno di lei una delle grandi mistiche italiane del Novecento. «La volontà di Cristo, che io sento imperiosa nel profondo della mia anima», si legge nei suoi scritti, «è di trascinarmi, di immergermi negli abissi della Santissima Trinità».

Giovanni Ciravegna

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