Il Comune cerca fondi per l’albergo diffuso in borgata Cavallini

Un albergo diffuso tra le case di pietra
L'edificio di borgata Cavallini che ospiterà la sede del museo.

PAROLDO Dal 15 maggio, a seguito dell’approvazione di un nuovo regolamento da parte della Giunta regionale, la classificazione delle strutture ricettive piemontesi include anche l’albergo diffuso. Nuove normative riguarderanno questi complessi, caratterizzati da uno stabile principale, destinato ad accogliere i servizi di uso comune, collegato ad altri locali distanti fino a mille metri che ospitano camere alberghiere.

«L’albergo diffuso ha già permesso la rivitalizzazione di molti borghi in tutta Italia: la stessa cosa può avvenire in Piemonte», ha sottolineato il presidente di Uncem Piemonte Lido Riba. Nella nostra regione sono nati tre alberghi diffusi negli ultimi anni: a Graglia, nel Biellese, al Preit di Canosio e a Ceaglio di Marmora, in Val Maira.

Tra le nuove norme rivolte a chi vorrà realizzare alberghi diffusi in Comuni om frazioni con meno di cinquemila abitanti vi sono una modifica del numero minimo di camere (cinque anziché sette come richiesto per gli alberghi) e la possibilità di mantenere la destinazione d’uso residenziale, anziché turistico-ricettiva, per le strutture diverse da quella principale.

Il Comune di Paroldo ha presentato a fine 2016 il progetto di un albergo diffuso in borgata Cavallini, nucleo di case in pietra ristrutturate con cura. Alla luce della nuova legge, il sindaco Piercarlo Adami afferma: «Intendiamo procedere, ma ci stiamo guardando intorno per trovare risorse che coprano l’ammontare complessivo della spesa di circa un milione e mezzo di euro. Abbiamo incontrato l’interesse di proprietari di strutture adatte all’ampliamento dei locali. Quindi intendiamo, qualora fosse possibile, realizzare anche più di 5 stanze»

Aggiunge Adami: «L’idea rimane quella di offrire agli ospiti camere da letto e prima colazione appoggiandoci a ristoranti e locande del posto. Crediamo che Paroldo e tutti i piccoli Comuni debbano diventare zone d’elezione per gli alberghi diffusi».

Debora Schellino

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