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Da settembre non si formeranno più infermieri a Piana Biglini

Da settembre non si formeranno più infermieri a Piana Biglini

SANITÀ Chiuderà a partire da settembre il corso di laurea in scienze infermieristiche di Alba, in località Piana Biglini. È questa la decisione irrevocabile dell’Università del Piemonte orientale Avogadro da cui dipende la scuola, ma ora l’Asl Cn2 ha in serbo importanti novità che il direttore generale Danilo Bono ci annuncia in anteprima.

Sono un centinaio gli iscritti ai tre anni nel polo albese, nato nel 2004, grazie a un importante sostegno della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, su un nucleo di una cinquantina di studenti via via aumentati. I ragazzi potranno completare gli studi, ma da settembre nessuna nuova matricola potrà cominciare il percorso. Nell’anno 2017-2018 prenderanno il via il secondo e il terzo anno, nel 2018-2019 il terzo, per chiudere la scuola a luglio 2019. In seguito gli studenti dovranno infine rivolgersi alle Università di Cuneo, Torino o Asti.

Una perdita che, secondo il consigliere di Forza Italia Gionni Marengo, che ha presentato un’interrogazione in discussione nel prossimo consiglio comunale, sarà dolorosa: «L’ottenimento della scuola a Piana Biglini aveva rappresentato una conquista per l’Asl Cn2, in quanto consentiva di mantenere un rapporto con il mondo accademico e garantiva la formazione d’infermieri professionali e un importante collegamento con il settore della ricerca, finanziato dalla fondazione Crc. La chiusura della scuola rappresenta un’ulteriore perdita, che si affianca a quella del Tribunale, della Guardia di finanza, dell’ospedale incompiuto, dell’autostrada mai realizzata».

Secondo il consigliere forzista potrebbero esserci pesanti ricadute per case di riposo e nuovo ospedale: «Dovranno rivolgere le loro richieste di personale altrove, occupando infermieri provenienti da altre città e il nuovo ospedale di Alba-Bra dovrà ricorrere ad assunzioni esterne».

Un’ipotesi su cui rassicura il direttore generale Danilo Bono: «Dalla scuola di Alba, cui sono iscritti laureandi da tutta Italia, arrivava solo una percentuale minima degli addetti. In ogni caso non possiamo dire di essere contenti della decisione dell’Università del Piemonte orientale di chiudere Piana Biglini, anzi subiamo questa scelta, consapevoli di poter fare nulla».

Il direttore ha però pronto un piano B: «Lunedì 12 incontrerò il rettore dell’Università di medicina di Torino. L’obiettivo è mantenere la didattica, dando il via ai corsi specialistici per tecnici di laboratorio, radiologia, chemioterapia e radioterapia, corsi che dovrebbero avere durata di due anni».

Se l’intenzione della direzione è di non perdere la didattica triennale o specialistica, è però altrettanto chiara l’intenzione di abbandonare la sede di Piana Biglini: «Intendiamo spostare la sede della scuola presso l’ospedale di Verduno, dove i ragazzi potranno operare all’interno di una struttura all’avanguardia», dice infatti Bono.

Marcello Pasquero

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