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Paolo Tibaldi: una lettera per dire grazie ai suoi piccoli attori

Paolo Tibaldi: una lettera per dire grazie ai suoi piccoli attori delle scuole dell'infanzia

TEATRO Il testo completo della lettera inviata alla redazione di Gazzetta dall’attore albese Paolo Tibadi, che collabora assiduamente con il settimanale attraverso le parole della sua rubrica “Abitare il piemontese”.

«I desideri dei bambini, danno ordini al futuro»

Dopo licei e scuole medie, si conclude in modo positivo anche la terza ed ultima attività teatrale: quella con i bambini della scuola dell’infanzia in Langa.

É stata, quest’ultima, la mia prima esperienza di “educatore teatrale” ad attori così giovani: a quanto pare, le cose non succedono mai per caso e soprattutto non sono mai a senso unico… tant’è che, entratoci in punta di piedi con svariate preoccupazioni, esco da questa avventura con un carico emotivo denso di insegnamenti a mia volta ricevuti.

Tra l’altro la mia prima esperienza teatrale avvenne proprio alla scuola dell’infanzia, con la mitica battuta “Oh sì, bella idea!”.

Il percorso intrapreso è stato vario, dipanato in attività accomunate da linguaggi creativi e comunicativi: il disegno libero durante l’ascolto di diverse musiche, l’esplorazione del proprio corpo attraverso l’interpretazione degli elementi della natura, l’improvvisazione istintiva, la creazione coreografica, il canto, il confronto sui sensi che contraddistinguono l’essere umano, l’esercitazione dell’immaginazione, il riscaldamento attivo della voce e del corpo, la memorizzazione visivo-uditiva e la drammatizzazione di una favola. Insomma, appena una settantina di ore, ma possiamo dire ben sfruttate per tutti: un lavoro fatto di sinergie, rese feconde da maestre, aiutanti e famiglie.

Abbiamo lavorato, esplorato, imparato, sperimentato, inventato, cantato; ci si è divertiti. E soprattutto abbiamo svolto queste attività serenamente, tutti insieme, che è la cosa più importante.

L’ascolto di storie legate alla tradizione territoriale è stato un capitolo su cui è stata posta particolare attenzione: tradizione, come custodia di un fuoco e non come adorazione della cenere.

La massima parte di ciò che veramente serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarsi la si impara proprio all’asilo. Queste sono le regole con cui abbiamo cercato di lavorare: Condividere con gli altri. Giocare correttamente. Non fare male alla gente. Rimettere le cose al posto.

Rimane valido a qualsiasi età che, quando si esce nel mondo, è meglio tenersi per mano e rimanere uniti. Un grazie a voi tutti che mi/ci avete seguito da vicino e da lontano, grazie ai 240 bambini di Diano d’Alba, Rodello, Ricca, Gallo Grinzane, Roddi e Valle Talloria, che ho avuto l’onore di conoscere e che, spassandocela tutti insieme, mi hanno fatto sentire fortunato…poiché più di una volta ho pensato che in questo momento, nel mondo, non tutti i bambini stanno avendo la possibilità di intonare la nostra “Canzone dei pomodori” o di recitare “La Stòria bela…”.

Paolo, un bambino di 27 anni.

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