Il primo gruppo di detenuti è tornato nel carcere albese

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

ALBA Ci sono voluti sedici mesi per smuovere la situazione, ma da giovedì 1° giugno il carcere di Alba è tornato in parte operativo. La svolta è arrivata a fine maggio, con la revoca del divieto di erogazione di acqua calda sanitaria da parte del sindaco Maurizio Marello, a seguito del parere positivo dell’Asl Cn2.
Nel gennaio 2016, infatti, a determinare la chiusura del Giuseppe Montalto erano stati i casi di legionellosi accertati tra i detenuti. Dopo i dubbi sollevati sulla destinazione della struttura e sullo stanziamento dei fondi, il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha portato a compimento i lavori di risanamento dell’impianto idrico nel reparto originariamente destinato ai collaboratori di giustizia, che comprende 22 celle.
Così, a partire da giovedì scorso, sono arrivati i primi detenuti (in totale una ventina), provenienti dagli istituti di Saluzzo, Fossano e Alessandria. «Si tratta di detenuti comuni, per la maggior parte già ad Alba prima della chiusura. Arriveranno a piccoli gruppi, per un totale di 32 detenuti, la capienza massima del reparto in questione», aveva anticipato la direttrice Giuseppina Piscioneri.

I volontari dell’associazione Arcobaleno

Sono pronti a ripartire anche i numerosi volontari dell’associazione Arcobaleno, da anni attivi tra le mura del carcere albese: «Durante questo lungo anno di chiusura, non ci siamo fermati: alcuni di noi hanno prestato assistenza a persone agli arresti domiciliari, mentre altri hanno continuano a recarsi nelle altre carceri della zona, per non perdere i contatti con i detenuti conosciuti ad Alba», spiega il presidente Domenico Albesano.
Un’attività preziosa, quella dei volontari di Arcobaleno: «Cerchiamo di essere un ponte tra il dentro e il fuori, intervenendo in diversi modi, dall’assistenza materiale ai laboratori culturali. Senza dimenticare un aiuto concreto nel mantenere i rapporti con le famiglie», spiega il presidente. E conclude: «Abbiamo già riunito il gruppo originario di volontari e ripreso i contatti con gli educatori. Compatibilmente con la disponibilità dei locali, ridotti rispetto al passato, ripartiremo con tutte le nostre attività».

Francesca Pinaffo

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