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Scopriamo il significato del termine piemontese “Ventiȓin” con Paolo Tibaldi

Scopriamo il significato del termine piemontese "Ventiȓin" con Paolo Tibaldi

ABITARE IL PIEMONTESE

Ventiȓin: Trovatello non riconosciuto dai propri genitori e da essi affidato alla pubblica assistenza.

L’abbandono dei neonati è un fenomeno antichissimo utilizzato sin dalle società più antiche. Quasi ogni città aveva la cosiddetta Ruota degli Esposti, dove lasciare i neonati, sovente per pura necessità. Nello scorso secolo molte famiglie sopravvissero alle ristrettezze economiche anche grazie al contributo ricevuto dallo Stato per adottare uno o più trovatelli che sarebbero divenuti utili, quasi immediatamente, nel prezioso lavoro agricolo.

Ancora oggi molte sono le storie romantiche che ritraggono esperienze di adozione sulle nostre colline da parte di alcune famiglie: alcune di queste, per poter far fronte e sopravvivere, furono costrette a provvedere di “portare a casa” e crescere venturini, magari più d’uno… in un periodo in cui la prole già era numerosa. Per esempio, una certa famiglia (tra l’altro nota anche grazie ad un dramma che portiamo in giro con il Nostro Teatro di Sinio), oltre a nove figli, aveva in casa addirittura sei trovatelli che furono cresciuti con il medesimo amore dei figli naturali.

Un inciso va senz’altro fatto sulla questione dei cognomi. Oltre a Venturino e Venturini, di chiara derivazione (ventura, sorte), vi sono alcune particolarità che contraddistinguono non soltanto il Piemonte, ma l’intera Italia poiché, se col neonato, nasceva anche una nuova stirpe attraverso un cognome fino ad allora inesistente, ecco che le sovvenzioni economiche cominciavano a farsi interessanti.

Per risalire a questo, basti sapere che al Nord Italia, specie in Piemonte, i cognomi dei trovatelli si rifacevano ad elementi vegetali: Fiore, Fiori, Albera, Alberi, Foglio, Foglia… e diverse varietà di frutta e verdura; nel genovese si concretizzava questo fatto nei cognomi Casagrande, Dellacasa, Dellacasagrande; a Firenze si fa riferimento a Innocenti o Degl’Innocenti; dalle parti di Roma erano allusioni ad armi o derivati (esempio celebre ne è G. Proietti, per l’appunto), mentre nel Sud Partenopeo assistiamo a sfumature di Esposito/Esposto.

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