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Alzheimer e demenze senili sono in costante aumento

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SALUTE Cronicità significa fatica e malattia costante, quando farmaci e medicine non sono sufficienti alla guarigione. È un modo di definire esistenze che viaggiano in bilico tra peggioramento progressivo e necessità di assistenza da parte di un sistema sovente lontano, incapace di prendere in carico sul lungo termine i pazienti (che implicitamente vengono catalogati come un peso, fardello costoso e improduttivo).
In questa categoria rientrano i disabili, gli anziani non autosufficienti, i malati cronici per diabete, tumore e patologie autoimmuni. E l’elenco potrebbe molto allungarsi. Secondo i dati Istat sono le malattie legate al cuore le prime cause di mortalità nel nostro Paese. Tra queste soprattutto le patologie ischemiche e cerebrovascolari anche se, negli ultimi undici anni, i progressi della medicina hanno permesso di ridurre i tassi di mortalità di oltre il 35%. Se fanno ancora paura i tumori di trachea, bronchi e polmoni – che, insieme, hanno causato nel 2015 ben 33.386 decessi –, sono malattie come la demenza e l’Alzheimer ad aumentare: con 26.600 morti rappresentano la sesta causa di scomparsa. Tra le malattie oncologiche i tumori alla prostata sono al decimo posto come causa di morte fra gli uomini (7.174 decessi), mentre quelli al seno sono ancora la sesta tra le donne (12.201).

Le problematiche appaiono correlate all’invecchiamento della popolazione

Secondo un recente rapporto pubblicato dalla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, in provincia tra il 2011 e il 2015 il numero di persone con oltre 65 anni passa da 131.136 a 138.581 in termini assoluti: in percentuale dal 22,3% al 23,4%. I dati risultano lievemente superiori se paragonati ai valori nazionali, che segnano un 22%, ma inferiori a quelli piemontesi (di cui trattiamo in queste pagine). Pure l’indice di vecchiaia s’impenna, transitando da 161 over 65 ogni 100 giovani nel 2011 a 171 nel 2015, più delle medie sabauda e italiana.
Le analisi si riverberano con eco potenziata nell’area albese e braidese: secondo il Bollettino epidemiologico dell’Asl Cn2, gli anziani nel bacino dell’azienda sanitaria di Alba-Bra a inizio 2016 erano 39.823, ossia il 23,2% della popolazione (43,9% maschi; 56,1% femmine), mentre i minori di 15 anni rappresentavano il 13,5%. Nel 2015 l’indice di vecchiaia del territorio risultava pari a 172,6 punti: nel 2006 era di 165,6.
In conseguenza alla senilità crescente – biologica e dunque sociale – si moltiplicano le patologie neurodegenerative e cerebrali, ma anche organiche: nel quadriennio 2012-2015 il 18% della popolazione locale ha riferito una diagnosi di ipertensione, il 21% di ipercolesterolemia e il 3% di diabete.

m.v.

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