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In Langhe e Roero una vendemmia anticipata e molto corta

In Langhe e Roero una vendemmia anticipata e molto corta

VITICOLTURA Chi non ci credeva è servito: con almeno tre settimane di anticipo sulla media, la vendemmia 2017 ha preso il via. In alcuni casi, le operazioni sono partite addirittura ai primi di agosto, ma il grosso dei lavori è iniziato subito dopo Ferragosto. Chi parla di una vendemmia “tropicale” non è lontano dal vero vista l’accelerazione nella maturazione.

Procedendo così, potremmo assistere a tre situazioni eccezionali. Innanzitutto, questa rischia di essere una vendemmia “corta”, nel senso che potrebbe non esserci sospensione tra un vitigno e l’altro. In secondo luogo, potremmo celebrare la vendemmia più anticipata di sempre, con le operazioni di raccolta che si potrebbero concludere entro settembre. Infine, il dato quantitativo probabilmente sarà uno dei più bassi di sempre, con riduzioni di produzione oscillanti tra il 20 e il 25% e punte anche del 30%. Tutto ciò è dovuto al caldo e alla siccità, ma anche alle gelate di aprile e alle poche grandinate primaverili.

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Alla Toso di Cossano Belbo la vinificazione parte dalla riduzione della temperatura delle uve con neve carbonica a bassissima temperatura per proteggerne il corredo aromatico ed evitare ossidazioni precoci.

Dal punto di vista dei lavori, la vendemmia delle uve bianche e nera da Alta Langa e spumanti simili sono praticamente terminate, a parte pochi vigneti in altitudine. Sono in pieno svolgimento le raccolte di moscato, dolcetto, arneis, favorita e qualche varietà internazionale (chardonnay, sauvignon, riesling). Subito dopo verranno le altre uve (nas-cetta, pelaverga, freisa) e poi le barbere e i nebbioli.

Molti sono i parallelismi con un’altra recente annata calda, il 2003, ma concordo con Valter Fissore dell’azienda agricola Cogno di Novello, che me ne ha citato uno che potrebbe giocare a favore del 2017: le maggiori escursioni termiche di quest’anno rispetto all’estate di allora. Questo potrebbe essere determinante nel portare a buona maturazione le uve, senza eccessive concessioni agli esuberi “marmellatosi”. A memoria dei più anziani, ricordo un altro millesimo che ha percorso nel passato un cliché simile al 2017: l’annata 1961, citata da molti come un evento di eccezionale qualità. Me ne parlava a suo tempo con grande fervore il compianto Aldo Conterno, uno che di annate del Barolo, e non solo, se ne intendeva davvero.

Le valutazioni. In viticoltura, le previsioni sulla quantità e sulla qualità sono molto difficili. A vantaggio delle valutazioni positive ci sono quest’anno le ricchezze delle uve e il loro perfetto stato sanitario, senza dubbio un importante precursore della qualità. A svantaggio possono giocare altri elementi, ovvero la disomogeneità che esiste tra zona e zona e tra vitigno e vitigno, l’evoluzione climatica delle prossime settimane e, ancor di più, la capacità tecnica e tecnologica delle varie aziende. Sarà infatti determinante il controllo sistematico delle vinificazioni per evitare problemi che potrebbero compromettere il livello qualitativo dei vini.

Abbiamo ricordato che questa potrebbe essere una vendemmia “corta”: ciò significa che le aziende dovranno gestire con attenzione la propria organizzazione di lavoro, per evitare sovrapposizioni, scompensi o accelerazioni inadeguate. Per tutto il resto, occorre avere anche un po’ di fiducia: un dato è certo, la quantità sarà più contenuta del solito. E già questo è un buon viatico per la qualità.

Giancarlo Montaldo

 

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