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Presentato il volume con gli articoli di Giulio Parusso sugli albesi e l’unità d’Italia

Presentato il volume che raccoglie gli articoli di Giulio Parusso sull'unità d'Italia

ALBA Giulio Parusso, giornalista e storico del Novecento, ha lasciato numerosi scritti, alcuni dei quali sono ancora da riordinare e completare, un patrimonio che l’Associazione Culturale a lui dedicata intende divulgare valorizzare. Nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Parusso pubblicò sulle pagine del settimanale  Gazzetta d’Alba, una serie di articoli a puntate, con le date più significative e le figure dei cattolici che, sul territorio, hanno contribuito alla costruzione del nuovo Stato.

L’associazione culturale Giulio Parusso e Gazzetta d’Alba hanno raccolto questi articoli ed hanno dato alle stampe il volume dal titolo “Il contributo dei cattolici albesi all’Unità d’Italia (1861-2011). Personaggi e date”. Il libro e stato presentato ai soci e al numeroso pubblico presente nella sala convegni di palazzo Banca d’Alba, venerdì 15 settembre.

Giulio scriveva: “Giovani e ragazze, uomini e donne, padri e madri di famiglia che impegnati, volontariamente e silenziosamente, nell’Azione Cattolica, nell’apostolato sociale, nel sindacato, nell’assistenzialismo più autentico, e, sovente anche nell’impegno politico in piccoli e grandi comuni, hanno dato il loro contributo, hanno portato il loro piccolo, ma importante, mattone per la costruzione della nazione. La memoria va subito agli Alberto Abrate, Sandro Toppino, Gino Vignola, Augusto Dacomo, Andrea Monchiero, Giuseppe Pieroni, Gina Saffirio, Giuseppe Barbero, Maddalena Revello, Rosita Raimondo, Iole Barbero….”

L’invito di Giulio ai giovani era quello di guardare indietro, con lo sguardo rivolto verso il domani; l’appello, ai parroci ed ai sindaci, era di riscoprire e rendere onore a quelle persone che “con serietà e dignità hanno mantenuto fede, con linearità, ai loro ideali di onestà, servizio e solidarietà, senza opportunismi e trasformismi”.

La realizzazione del volume è stata curata da Giusto Truglia, Giuseppe Gobino e Lucia Tibaldi Parusso. La foto di copertina è di Antonio Buccolo.

L’opera è stata stampata da Francesco Corino alla Tipografia L’Artigiana che, da dal 1971 lavora al fianco degli studiosi per diffondere cultura attraverso la pubblicazione di volumi, periodici e materiale editoriale. L’inchiostro di Corino è stato impresso su periodici comunali ed ecclesiastici e su innumerevoli volumi tra cui citiamo: “Alba Medievale dal VI al XIV secolo” di Comba, “Minerali del Piemonte e della Valle d’Aosta” di Piccoli, “La rivoluzione terrestre” di Berruti, “Mermet” di Vioglio, “Il dizionario botanico” di Giamello e tanti altri.

 Il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, ha introdotto la presentazione con un ringraziamento per aver raccolto il lavoro di Giulio Parusso, pubblicando una testimonianza preziosa sul tessuto della vita sociale della diocesi e raccontando un pezzo di storia che non può essere cancellato dalla memoria. Ha sottolineato infine il fondamentale ruolo dei cattolici a servizio della persona, della società e della nazione e lanciato un appello alle scuole affinché il volume venga divulgato alle nuove generazioni.

Il sindaco di Alba, Maurizio Marello, ha commentato: “Questo volume ci fornisce una visione di insieme dei fatti e delle persone che hanno caratterizzato gli anni 1861 – 2011. Il Comune di Alba celebrò l’Unità d’Italia con la mostra su Cavour a palazzo Mostre e Congressi, organizzando incontri sulla Costituzione e tenendo lezioni agli studenti. Giulio Parusso ha lasciato con questo libro una traccia importantissima per ricordare chi ha contribuito alla storia del nostro paese”.

Il dottor Gianfranco Maggi: «Giulio Parusso sapeva che il difetto della storiografia locale è di attingere unicamente da chi aveva già scritto in precedenza: possiamo rintracciare una genealogia degli errori. Giulio andava alle fonti, ha percorso l’archivio delle delibere. Verificava la consistenza di ciò che scriveva. Con il libro ci racconta una piccola storia della nostra città, descrivendo anche la sua complessità, la difficoltà a coglierla nelle sue sfaccettature. Parusso cerca di ricostruire il caleidoscopio di amicizie e di inimicizie nella classe dirigente. Nelle pagine si trova l’invito a un’interpretazione morale della politica che Giulio vedeva svanire e che invitava a riprendere. Offre una serie di strumenti di ricerca: le date, i personaggi. Anche di questo dobbiamo essergli grati».

Don Giusto Truglia, direttore di Gazzetta d’Alba: «Vivo di rendita perché nel 2011 non ero direttore di Gazzetta. L’iniziativa è stata di Maria Grazia Olivero e di Giulio Parusso. Unire tutte le puntate pubblicate in un libro dà una vera storia, interessante, appassionante. In questa storia Gazzetta c’entra come fonte e motore, ma anche come testimone perché festeggiamo i 135 anni. Proponiamo che il volume diventi un libro di testo e diamo la disponibilità a presentarlo. Nelle pagine del libro trovo i nomi delle vie albesi. Ho capito perché i partigiani sono stati aiutati dalla gente comune: erano conosciuti da tutti i parroci, venivano dalle file dell’Azione cattolica».

L’onorevole Ettore Paganelli: «Parusso si augurava che dopo la pubblicazione delle due rubriche su Gazzetta nel 2011 seguissero dibattiti. La morte non ha fermato le sue opere grazie all’associazione culturale Giulio Parusso. Quello che non si è realizzato prima, si può realizzare adesso: andare verso i giovani, presentare e coinvolgere gli studenti in eventi che il libro ha trattato. Nel libro si affrontano diversi temi con una notevole ampiezza, non solo il contributo dei cattolici albesi all’unità d’Italia: la Cassa di risparmio di Alba, il partito dei contadini. Parusso come storico faceva una ricerca approfondita perché i fatti e gli eventi fossero fissati nella loro esatta realtà. Lui scriveva non per la vanagloria dei citati, ma per vivere bene il presente e ipotizzare il futuro. Nessuno oggi più dei giovani può farlo».

Il presidente dell’associazione culturale Giulio Parusso, Roberto Ponzio commenta: «In questo libro la prefazione è il collante di questa storia: nasce con una provocazione “Nei 150 anni dell’unità d’Italia anche il territorio albese ha dato il suo contributo all’unità con l’opera e il sacrificio di molti suoi figli”. La nostra associazione deve raccogliere l’opera di Giulio, ma anche valorizzare il territorio. Nel libro si racconta della Cassa di risparmio di Alba: aveva i numeri per continuare invece nel 1929 venne inglobata dalla Cassa di risparmio di Cuneo. È successo anche con il tribunale, potrebbe succedere con l’Asl. Giulio ha vissuto sempre nel cono d’ombra facendo brillare altri: non deve esserci l’oblio della sua opera. Quel faro non illumina il suo percorso, ma quello di chi viene dopo. Il volume è rivolto ai giovani. Solo conoscendo il passato potranno conoscere il presente con la prospettiva di avere un futuro».

Il direttore dell’associazione culturale Giulio Parusso, Giuseppe Gobino, ha infine ricordato l’appuntamento del 10 novembre, sempre nel palazzo di Banca d’Alba, per la presentazione della prima ricognizione e digitalizzazione delle immagini della Fiera del tartufo, dalle primissime edizioni ai giorni nostri, conservate nell’archivio fotografico del Comune di Alba.

 

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