Cirio chiede all’Ue misure straordinarie per combattere la cimice asiatica

Fiera del tartufo numero 86, presentazione all'Agenzia di Pollenzo 1
Alberto Cirio in un'immagine di repertorio

NOCCIOLE Fondi da dedicare alla ricerca in Italia per il contrasto della cimice asiatica e allo stesso tempo risorse straordinarie per sostenere gli agricoltori, in particolare i produttori di nocciole, fortemente danneggiati dal fenomeno.  Sono le richieste dell’interrogazione presentata oggi alla Commissione europea da Alberto Cirio, membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.

«Negli ultimi cinque anni la cimice asiatica si è diffusa in modo esponenziale in diverse parti d’Italia e in particolare in Piemonte, dove sta provocando gravi danni sulla frutta e sulle oleaginose, in particolare sul nocciolo. Chiediamo all’Unione europea interventi mirati per contrastare il fenomeno che sta compromettendo molte produzioni», spiega Alberto Cirio.

Tra le richieste all’Ue anche la possibilità di importare un insetto, il trussolcus halyomorph, che in alcuni paesi fa da antagonista naturale alla cimice asiatica.

Prosegue Cirio: «Si tratta di un imenottero parassitoide che deposita le proprie uova in quelle della cimice e si nutre di esse. Dal momento che l’utilizzo dei prodotti chimici attualmente in commercio si è rivelato inefficace servono fondi per la ricerca finalizzata a nuovi prodotti e, parallelamente, bisogna investire su metodi naturali. Il trussolcus halyomorph in paesi come l’Oregon ha portato buoni risultati. Purtroppo oggi le normative europee vietano l’importazione di questo parassita, che però è un parassita “buono”. L’insetto in questione, infatti, è strettamente legato alla cimice e non produce danni diretti o collaterali all’ambiente. Chiediamo quindi al Commissario Ue all’Agricoltura una deroga immediata per consentirne l’ingresso in Europa».

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