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Città in trasformazione: più aziende, meno case

Città in trasformazione: più aziende, meno case

URBANISTICA La città cambia volto e il mutamento va convalidato dalla burocrazia e dall’assenso politico: durante il Consiglio comunale del 29 settembre sono stati approvati, con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione dell’opposizione, due documenti risolutivi, la seconda e la terza variante parziale al Piano regolatore.

Mentre la terza variante consentirà alla ditta Stroppiana di estrarre sabbia e ghiaia in un’area di Piana Biglini estesa per oltre 60mila metri quadri, ha spiegato il sindaco Maurizio Marello sulla seconda variante: «Dopo la definitiva approvazione del Piano regolatore avvenuta nel giugno 2016, abbiamo ricevuto istanze da privati, perlopiù attività commerciali o produttive, che chiedono di espandersi».

«Un’altra dinamica a cui assistiamo è la domanda, da parte di alcuni cittadini, di trasformare aree di proprietà da residenziali ad agricole: un processo inverso rispetto a quello degli ultimi anni, in cui le richieste di trasformare aree da agricole in residenziali dominavano la scena», prosegue Marello.

Il sindaco aggiunge: «La filosofia che abbiamo adottato è quella di assecondare i movimenti di espansione, dedicando un’attenzione particolare alle attività produttive e, dunque, alla possibilità di sviluppo per la città. Essendo in una fase delicata dal punto di vista economico il nostro compito è facilitare e favorire le intenzioni di chi intende investire».

Tra le richieste più rilevanti spicca quella della cantina Pio Cesare, che sorge nel centro storico. L’azienda ha chiesto di procedere a una variazione di destinazione d’uso di parte di un fabbricato di 1.600 metri quadrati che oggi ha fini residenziali. In pratica, l’intenzione è quella di ingrandire la cantina oltre corso Nino Bixio per un’area di 7mila metri quadrati, con la correlata possibilità di realizzare passerelle aeree o tunnel sotterranei per collegare i vari distretti della nuova struttura.

Su questo punto Marello ha aggiunto: «I tecnici pensavano che un eventuale sottopasso sarebbe stato irrealizzabile per questioni di rischio idrogeologico che rendevano impossibile creare un piano interrato. Invece, si sono accorti successivamente che il pericolo non sussiste: l’ipotesi del sottopasso rimane, dunque, in pista».

Di minore entità gli altri punti della variante. Si va dall’ampliamento di una piccola azienda in corso Asti alla ricollocazione di una concessionaria da corso Bra a corso Barolo, fino all’estensione di un’azienda di movimentazione di terra al Gallo.

Le restanti domande, sempre da parte di privati, hanno la finalità di riportare alcuni terreni da edificabili ad agricoli: all’apparenza una semplice procedura burocratica, in verità un meccanismo nuovo negli ultimi anni di espansione urbanistica. Un segno di una città in cui l’edificazione, dopo un’epoca di progressivo incremento, subisce una battuta d’arresto per varie ragioni: la difficoltà dei proprietari nel vendere o affittare immobili, la pressione fiscale correlata alla proprietà di terreni edificabili piuttosto che agricoli, l’incremento del valore dei prodotti della terra. Insomma, un cambiamento “fisiologico” che l’Amministrazione asseconda.

Marco Giuliano

 

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