Il compositore albese Gabriele Roberto: «La mia musica per Bocelli»

Il compositore albese Gabriele Roberto: «La mia musica per Bocelli»

INTERVISTA Gabriele Roberto ha composto le musiche del film biografico di Michael Radford
Pochi giorni fa, il 18 settembre, è uscito nelle sale il film sulla vita di uno dei cantanti italiani più celebri nel mondo, un cast stellare e un compositore albese che da sempre esprime la sua creatività sul grande schermo.

La musica del silenzio è il titolo del film ispirato agli esordi e alla carriera di Andrea Bocelli.
In attesa di vederlo sui canali Rai, è stato proiettato in molte sale cinematografiche, dove è restato fino a mercoledì 20 settembre. A interpretare Amos Bardi, alter ego del tenore toscano, è l’attore britannico Toby Sebastian, affiancato da Antonio Banderas, Luisa Ranieri ed Ennio Fantastichini. Alla macchina da presa, Michael Radford: tra i tanti lavori, non si può non citare Il postino con Massimo Troisi.

Le musiche che accompagnano la difficile scalata al successo del protagonista, che si trova a fare i conti con un enorme talento e i pregiudizi legati alla sua cecità, sono state composte da Gabriele Roberto. Albese trapiantato in Giappone, dove realizza dal 2005 colonne sonore per film e dove ha ottenuto importanti riconoscimenti, è stato riscoperto negli ultimi anni dal cinema italiano. In più, l’anno scorso ha realizzato la nuova versione di Con te partirò, il brano più celebre di Bocelli.
Gabriele, La musica del silenzio è stato al cinema e sarà proiettato in televisione: com’è stato lavorare a questo progetto?
«Entusiasmante. Per assurdo, non sono stato scelto sulla base del mio precedente lavoro con Andrea Bocelli: è stato il regista a volermi, dopo aver scartato altri due compositori. Le musiche originali – prodotte dalla Sugar music di Caterina Caselli – sono state realizzate in pochissimo tempo, proprio perché la produzione era già partita e mancava soltanto di definire la colonna sonora. Ma tutto è andato per il meglio: sono riuscito fin da subito a capire le richieste di Radford e a trovare la giusta linea di lettura».

Che tipo di musiche ha composto?
«Dal momento che il film ripercorre le tappe più importanti della vita di Bocelli, ci sono molte romanze d’opera. Pertanto il regista cercava musiche minimaliste, in netto contrasto con il resto, quasi come se le mie composizioni fossero un personaggio a sé. I brani che ho scritto seguono questa linea e sono stati suonati al pianoforte da una grande interprete come Gilda Buttà, la pianista che collabora da sempre con Ennio Morricone. È stata una novità cimentarmi in questo genere, ma sono molto soddisfatto del risultato finale».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«In questo momento sto lavorando a una fiction per Raiuno, che andrà in onda la prossima stagione in dodici puntate. È la storia di un gruppo di ragazzi che suonano musica classica, con le vicende che li riguardano. Si tratta di un progetto molto impegnativo, al quale mi dedicherò per almeno tre o quattro mesi».

E non ha intenzione di ritornare in Giappone?
«In futuro, certo che sì. Da anni la mia vita lavorativa si divide tra l’Italia e Tokyo, scegliendo di restare o partire a seconda dei progetti che mi vengono proposti: è interessante mantenere entrambe le dimensioni».

Francesca Pinaffo

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