A Narzole i venticinque anni della casa famiglia Santa Chiara

A Narzole i venticinque anni della casa famiglia Santa Chiara

NARZOLE Compie 25 anni la casa famiglia Santa Chiara. «È nata nel 1992 come scelta di vita successiva al matrimonio del 2 agosto dello stesso anno tra me e Monica», racconta il diacono Giona Cravanzola. «Arrivò Davide da un istituto e diventò il primo su cui si poggiò la casa famiglia. Davide oggi ha 28 anni. Già da un paio di anni, avendo conosciuto la comunità Papa Giovanni XXIII e con esperienze in case di accoglienza e case famiglia della zona, sia io che Monica sentivamo il desiderio di aprire la nostra casa e la nostra famiglia ai poveri, proprio secondo le modalità della casa famiglia pensata e sviluppata da don Oreste Benzi. Siamo partiti in un alloggio a Sant’Albano Stura, poi a Sant’Antonio Baligio (Fossano), poi a Fossano nella parrocchia di San Bernardo e ora, da 15 anni, siamo a Narzole in una casa donata e completamente ristrutturata grazie, direi, alla Provvidenza».

Cosa fa la casa famiglia

Il diacono Giona spiega che cosa fa la casa famiglia: «È una struttura, non è una famiglia allargata o affidataria. Questo significa negli anni formazione e titoli di studio per essere autorizzati a ospitare chi ha bisogno, ma la vera formazione viene data dal Signore, che è la fonte della vocazione a cui cerchiamo di essere fedeli. Il lavoro prioritario è quello di dare una casa e una famiglia a chi non ce l’ha, oppure fatica nella sua, oppure è malato».
Negli ultimi anni la struttura di Narzole si è aperta alle tante situazioni di emarginazione, povertà e disagio sul territorio, in stretta collaborazione con gli operatori. Conclude Cravanzola: «Abbiamo fatto esperienza che i poveri sono coloro che possono appagarti nella vita, che il sorriso di un bimbo, la gratitudine di una mamma che fatica, il buongiorno di un senzatetto sono un tesoro prezioso».

e.a.

Banner Gazzetta d'Alba