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Pinot Gallizio (e Alba) protagonisti al museo Reina Sofia di Madrid

Gallizio (e Alba) al museo Reina Sofia di Madrid

ALBA Mostra permanente sul movimento nato negli anni Cinquanta
Pinot Gallizio – capace a metà Novecento di rendere Alba celebre nei panorami artistici internazionali – tentava attraverso la pittura di trasmettere un ideale più grande, composto dai fili dell’uguaglianza e dell’emancipazione degli ultimi. Il situazionismo era la sua cornice teorica di riferimento: un grande contenitore dove l’anarchia permeava pratiche e teoria. Il dipinto Antiluna del 1957, la lotta per i diritti dei sinti albesi, le tele industriali, le idee di libertà.
Liliana Dematteis, curatrice dell’archivio Gallizio, spiega la genesi di quanto accadde ad Alba: «Nel 1954 nasce fortissimo l’interesse di Gallizio per l’arte. È ormai un uomo maturo, essendo nato nel 1902. La svolta decisiva che lo porterà ad abbandonare la propria professione si verifica l’anno seguente, quando incontra l’artista danese Asger Jorn con cui condivide la passione per l’archeologia. Insieme a Jorn e al giovane pittore torinese Piero Simondo Gallizio dà vita nel settembre del 1955 al Laboratorio del Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista, che era stato fondato da Jorn un paio di anni prima in polemica con la rinascita della Bauhaus proposta da Max Bill a Ulm in chiave di design industriale. La domanda che questi artisti si pongono è complessa: “Qual è l’educazione necessaria affinché l’artista possa occupare il suo posto nell’età della macchina?”».

Da quel momento nascereranno idee potenti, oggi celebrate dal Museo nacional centro de arte Reina Sofia di Madrid. A metà ottobre l’istituto ha annunciato di aver inaugurato la sala permanente Derivas y Campamentos: sobre el urbanismo utópico situacionista-Drifts and camps: on situacionist utopian urbanism: un’intera sala dedicata agli avvenimenti che videro protagonista Gallizio (e Alba) dal 1955 al 1960. Mancherà un’opera: la Soprintendenza ha negato il nulla osta – vedi l’intervista a Demateis nel numero 40 di Gazzetta d’Alba in edicola dal 24 ottobre. La sala ospita opere di altri autori cruciali per il situazionismo come Constant, Asger Jorn, Piero Simondo, Gil Wolman e un’importante selezione di documenti e fotografie donate dall’archivio Gallizio di Torino.

Già nel 2015 il museo spagnolo aveva dedicato una mostra all’utopica città di New Babylon di Constant Nieuwenhuys (1920-2005). Un progetto che l’architetto e artista olandese sviluppò tra il 1956 e il 1974, anche grazie alla collaborazione con Gallizio. Come aveva spiegato su Gazzetta Bianca Roagna, direttrice del centro studi Beppe Fenoglio, «New Babylon è la città del futuro, è lo spazio da abitare senza seguire le regole dell’ordine già dato, ma fondata sulla società ludica sviluppata dall’Internazionale situazionista dove l’individuo si libera dalla schiavitù del lavoro per ricreare, coscientemente, con il libero gioco, un ambiente in cui la soddisfazione dei bisogni sia dato di fatto mentre l’incontro e la condivisione degli spazi seguano il principio del disorientamento». Valori ricorrenti nell’opera di Gallizio, e oggi celebrati nella capitale spagnola in tutta la loro attualità.

m.v.

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