L’altra faccia dei prezzi delle uve

Uva dolcetto
Vendemmia di dolcetto

VITICOLTURA Per quello che ha potuto, la Camera di commercio ha mantenuto fede alle sue promesse. Si era impegnata a riproporre, secondo adeguati canoni tecnico-economici, i prezzi delle uve per la vendemmia 2017 e in questi giorni ha diramato il suo listino di san Martino.

Al termine della stagione vendemmiale, ecco quindi il contributo della Camera di commercio per una maggiore trasparenza in fatto di prezzi delle uve, seguendo da un lato le modalità statistiche approvate dalla Giunta camerale lo scorso 31 luglio e applicando dall’altro le indicazioni ricevute dall’Istat a seguito dell’inserimento della rilevazione dei prezzi delle uve da vino nel piano statistico nazionale, nell’ambito del paniere dei prodotti significativi per l’economia provinciale.

La rilevazione non è completa, ma è riferita solo a tre tipi di uva destinata a produrre vini a Doc, cioè barbera d’Alba, dolcetto d’Alba e Langhe nebbiolo. Solamente per queste tre uve, infatti, sono giunte in Camera di commercio le documentazioni contrattuali da parte degli imprenditori della filiera (produttori e trasformatori), secondo le regole che la Giunta camerale aveva a suo tempo dettato, vale a dire almeno 25 contratti per i vini Doc e 50 per quelli a Docg.

I prezzi indicati dalla Camera di commercio sono i seguenti: barbera d’Alba da 1,078 a 1,296 euro al chilo; dolcetto d’Alba da 1 a 1,138; Langhe nebbiolo da 1,494 a 1,727. Tali quotazioni si discostano in negativo dai prezzi che alcune settimane fa erano stati diramati dalle tre organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Unione agricoltori e Cia), segnalati come valori indicativi delle uve denominazione per denominazione e finalizzati al calcolo del canone d’affitto annuale dei vigneti. Nella realtà, però, dettavano indicazioni anche ai fini del mercato delle uve.

I prezzi indicativi per le medesime uve forniti dalle organizzazioni professionali erano i seguenti: barbera d’Alba da 1,30 a 1,70 euro al chilo; dolcetto d’Alba da 1,10 a 1,30; Langhe nebbiolo da 1,70 a 2,10. Per la barbera d’Alba erano anche indicati i valori per la tipologia superiore o per le uve selezionate e oscillavano tra 1,70 e 2 euro.

È evidente che questa situazione rischia da un lato di creare un po’ di confusione nel settore e di porre le due fonti in aperta contrapposizione. C’è da augurarsi che, in prospettiva futura, il dialogo tra le parti possa contribuire a un progetto unico di rilevazione ed elaborazione di tali prezzi.

Questo è l’impegno che sembra porsi la Camera di commercio di Cuneo nell’ultima parte del suo comunicato laddove precisa che prossimamente la Giunta valuterà «insieme alle associazioni di categoria e agli organismi della filiera vitivinicola, l’efficacia della metodologia utilizzata e la sua idoneità, nelle prossime stagioni vendemmiali, ad assicurare la trasparente rilevazione statistica e la puntuale pubblicazione dei prezzi delle uve nei listini camerali».

Giancarlo Montaldo

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