Poste: non ci saranno altre chiusure o riduzioni di orari nei piccoli comuni

Poste: non ci saranno altre chiusure o riduzioni di orari nei piccoli comuni
Immagine di repertorio

POSTE L’Amministratore delegato di Poste italiane Matteo Del Fante è stato ascoltato dalle Commissioni ambiente e trasporti della Camera sulle prospettive di sviluppo del gruppo e sugli eventuali programmi di rimodulazione della rete degli uffici postali, anche alla luce delle disposizioni previste dalla legge sui piccoli comuni approvata di recente.

Il dirigente ha presentato il quadro complessivo e i numeri dell’azienda (33 milioni di clienti, con oltre due milioni e mezzo di operazioni al giorno)  e ha escluso chiusura e rimodulazioni orarie di uffici postali in paesi con popolazione minore di 5mila abitanti, se non in condivisione con gli enti locali e in piena aderenza allo spirito della nuova legge sui piccoli comuni.

Commenta l’onorevole Enrico Borghi, presidente nazionale dell’Uncem: «Si tratta di un passaggio importante perchè le garanzie fornite in sede parlamentare dal nuovo amministratore delegato  aprono la porta a una nuova stagione, che lascia alle spalle un periodo fatto di incomprensioni, disservizi e disaffezione. La nuova legge sui piccoli Comuni ha già dato un’importante prova di sè, con la garanzia che chiusure di uffici postali e riduzioni del servizio nei piccoli centri non fanno più parte del piano industriale trasmesso dall’azienda all’Agcom».

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Aggiunge il presidente di Uncem Piemonte Lido Riba: «È molto importante la presa di posizione di Poste italiane, che in audizione alla Camera ha annunciato di non avere in previsione chiusure, tagli e riduzione dei servizi. L’azienda recepisce quanto sancisce la legge sui piccoli comuni, ma deve fare di più, come chiedono da anni sindaci e Uncem. Deve cioè intervenire anche nei paesi dove i tagli sono già stati fatti, dove i servizi di distribuzione sono stati portati a dieci giorni su trenta al mese, dove gli uffici postali sono aperti solo due o tre giorni la settimana, dove i postini vengono sostituiti ogni tre mesi e dove i giornali o le raccomandate non arrivano più. Poste deve riconquistare la piena fiducia degli Amministratori locali».

Uncem ha già proposto all’azienda un piano di interventi condiviso con i territori, in particolare nei comuni montani dove negli ultimi cinque anni la riduzione unilaterale delle attività, non concertata dall’azienda con gli Enti locali, ha portato sfiducia e rotture. Questo nonostante le zone rurali siano quelle dove Poste raccoglie moltissimi risparmiatori, con picchi altissimi di libretti e conti postali attivi.
Uncem propone: cento Postamat nei centri piemontesi oggi sprovvisti di sportelli bancari, servizi di tesoreria per i comuni e le unioni montane gestiti da Poste italiane, operatori polivalenti che aprono gli uffici e consegnano la corrispondenza tutti i giorni della settimana, collaborazioni con Pro loco, associazioni e Amministrazioni locali per portare negli uffici servizi nuovi, turistici ad esempio e promozionali del territorio.

Conclude Riba: «Visto che la Regione ha individuato con Poste quattro aree sperimentali per portare nuovi servizi non si perda ulteriore tempo. L’azienda, visti anche i 600 milioni di euro di utili l’anno, investa sue risorse e non aspetti sia la Regione a trovarle. Poste proponga un piano di potenziamento degli uffici e della distribuzione là dove i servizi erano stati ridotti».

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