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Se i disabili sono costretti alla casa di riposo

Se i disabili sono costretti alla casa di riposo

ASSISTENZA A fine ottobre l’assessore regionale alle politiche sociali Augusto Ferrari ha annunciato uno stanziamento di due milioni e 700mila euro verso gli enti operativi in campo socio-assistenziale. Perché tante risorse? È il concetto del “dopo di noi” a preoccupare le istituzioni. L’aspettativa di vita delle persone disabili si allunga, bisogna perciò pensare al futuro: quando non ci saranno i genitori che oggi garantiscono l’assistenza, come faranno i non autosufficienti a mantenere la propria qualità di vita, l’inserimento in società, la salute? Abbiamo incontrato Armando Bianco, presidente della fondazione Emmaus, per capire che cosa si muove su questo fronte.

La fondazione Emmaus è molto attiva sul fronte del “dopo di noi”. In programma anche una vera e propria casa per ospitare gli utenti disabili e favorirne l’autonomia, non è vero? A che punto sono i lavori?

«Stiamo proseguendo l’allestimento per la ristrutturazione e realizzazione di casa Nada ad Alba, in via Paruzza. Ci è stato consegnato il progetto di ristrutturazione dell’edificio con relativo preventivo redatto dallo studio Veglio. Il progetto prevede l’allestimento di due unità abitative, in ognuna delle quali potranno essere ospitate cinque persone. L’avvio dell’allestimento di casa Nada sarà sostenuto dalla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, e condividono l’iniziativa il sindaco di Alba, i servizi sociali, e altri amici, tra i quali la signora Maria Franca Ferrero. Personaggi che potranno a loro volta coinvolgere altri soggetti autorevoli. Il costo della ristrutturazione sarà di oltre mezzo milione di euro. Pertanto saranno promosse iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi, anche per responsabilizzare la comunità locale a questa problematica».

Ma il vostro intervento non si limita all’edificazione di una struttura.

«Con l’associazione La cordata, amministratori di sostegno volontari, stiamo predisponendo un progetto per la realizzazione di uno sportello di orientamento e accompagnamento per famiglie e tutori, in collaborazione con i servizi sociali, e operativo sulle città di Alba e di Bra dal prossimo anno. Inoltre la cooperativa sociale Progetto Emmaus sta realizzando un’azione di ricerca-formazione che coinvolge cooperative, associazioni e famiglie di tutta la regione per provare a mettere a punto un modello di intervento che sia efficace e risponda alle aspettative di tutti i portatori di interesse».

Potrete usufruire dei finanziamenti regionali?

«I finanziamenti regionali al momento sono stati erogati ai consorzi socio-assistenziali. Entro la fine dell’anno la Regione dovrebbe indire il bando per la realizzazione di strutture sul “dopo di noi”, all’interno del quale potrebbe rientrare il nostro progetto su casa Nada».

Parlando del problema in sé: quali sono le azioni da mettere in campo ora per il “dopo di noi”?

«Farsi carico della problematica, studiandone e approfondendone tutti gli aspetti, con riferimento unicamente ai diritti e alla dignità di ogni persona. Purtroppo in questi mesi l’Asl sta ultimando le dimissioni degli ultra 65enni dalle strutture residenziali per disabili e si stanno trasferendo alcune persone nelle case di riposo. Alcuni ospiti delle strutture residenziali da decenni proseguiranno il loro percorso in casa di riposo e per loro il “dopo di noi” non si riuscirà a realizzare a casa Nada, rischiando il venir meno dei risultati e delle capacità acquisiti e mantenuti in questi anni, nella realizzazione dei singoli progetti educativi».

Matteo Viberti

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