Le rocche del Roero mirano a diventare il primo cru del tartufo bianco d’Alba

Le rocche del Roero mirano a diventare il primo cru del tartufo bianco d'Alba 10

SANTO STEFANO ROERO La cronaca della seconda Festa del tartufo bianco d’Alba rocche del Roero, organizzata  domenica 3 dicembre dall’Amministrazione comunale e dalla Pro loco sanstefanese, con  la collaborazione delle altre Pro loco del Roero, parla di un paese colmo di estimatori (più o meno famosi)  del prezioso fungo ipogeo. E racconta anche dell’intitolazione di una tartufaia al commendatore Roberto Ponzio e di ospiti di prestigio che si sono ritrovati per “celebrare” un’eccellenza del nostro territorio.

L’inviato di “Striscia la Notizia” Davide Rampello e l’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi sono stati premiati con un paio di grossi tartufi bianchi d’Alba raccolti nelle rocche del Roero ed una targa al merito è stata assegnata al decano dei tartufai roerini, Onorato Gioetto.

Ma la giornata è stata anche e soprattutto l’ufficializzazione della nascita del primo “cru” del tartufo bianco d’Alba, quello delle rocche del Roero appunto.

Un’intuizione geniale, anche a detta di Oscar Farinetti, che, se bene gestita, potrà portare benessere e notorietà al tuber nostrano legandolo strettamente a quello albese, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Un passo avanti per un percorso di crescita e valorizzazione del territorio. Che è partito da lontano ed a cui, a breve, si aggiungerà un altro importante tassello, come ha annunciato durante la conferenza l’assessore Parigi, il Museo del tartufo, con doppia sede, ad Alba e a Montà.

Il segreto è fare sistema ed evitare campanilismi, questa la ricetta caldeggiata dalle tante autorità presenti tra cui il padrone di casa, il sindaco di Santo Stefano Renato Maiolo, il sindaco di Montà Giuseppe Costa e Luciano Bertello, ideatore dell’evento.

Andrea Audisio

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