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Tracce d’umano, il laboratorio teatrale nato per recuperare un senso smarrito

Tracce d’umano, il laboratorio teatrale nato per recuperare un senso smarrito

ALBA Si chiama “Tracce d’umano”, e il titolo sembra custodire un duplice significato: quello del recupero di ciò che è stato smarrito e del riconoscimento di ciò che rimane silente. La fragilità e l’emozione umana nella loro accezione più profonda sono al centro del nuovo laboratorio teatrale di Albatros, condotto da Angioletta Cucè e in collaborazione con Cpia, Centro di prima accoglienza albese, Caritas e Migranti film festival. Si tiene una volta a settimana – il mercoledì dalle 20.45 alle 22.45 – nei locali di via Pola. Spiega Cucè: «Abbiamo voluto allestire una sorta di stage di sperimentazione di teatro sociale, formulazione che non si riferisce soltanto al momento finale della rappresentazione, ma a tutto il processo attraverso il quale si esplorano diversi modi di leggere e percepire la realtà. Il progetto “Tracce d’umano” vuole far riflettere sulla mancanza di umanità in un contesto in forte cambiamento e quindi vuole tentare di recuperare questi elementi perduti».

Alcuni dei ragazzi partecipanti sono i richiedenti asilo residenti sul territorio albese. In questo caso l’obiettivo è sia espressivo dal punto di vista emotivo sia quello di «dare loro una possibilità di sentirsi protagonisti del mondo, non persone che chiedono e basta, che sono debitori e quindi in difetto per l’ospitalità ricevuta».

Il valore del laboratorio diventa anche pedagogico e di attivismo, in un percorso teatrale dall’immenso valore umano. Il progetto dura fino a giugno: al termine verrà allestita una rappresentazione da inserire nella cornice del Migranti film festival. Per informazioni o iscrizioni è possibile contattare il numero di telefono 335-52.83.894.

Matteo Viberti

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