Alba: ritornano alla luce nuovi resti romani in Vicolo del pozzo

Alba: ritornano alla luce nuovi resti romani in Vicolo del pozzo

ALBA Sono in dirittura d’arrivo i lavori avviati nelle scorse settimane dal gruppo Egea in Vicolo del pozzo, ad Alba.

Le opere di scavo, in carico alla società della multiutility albese “Tecnoedil Lavori Scarl”, hanno come obiettivo l’ammodernamento delle reti di distribuzione di acqua e gas gestite rispettivamente da “Tecnoedil Spa” e “Reti Metano Territorio”, entrambe facenti capo a Egea.

L’assistenza archeologica effettuata in occasione della sostituzione delle tubature in Vicolo del pozzo, commissionata proprio dal Gruppo Egea e diretta dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, ha fatto emergere un tratto di decumano minore e parte di una pavimentazione di pregio.

Il ritrovamento di una porzione del decumano minore d5 (l’ultimo nella parte meridionale dell’impianto urbano della città romana) era “atteso”, poiché la ricostruzione della forma urbis di Alba Pompeia è nota da tempo e si deve alle ricerche condotte in modo sistematico, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

Nello specifico, nel 1991 l’indagine archeologica condotta nel cortile di un fabbricato aveva individuato, in Vicolo del pozzo angolo via Gioberti, l’incrocio stradale tra il cardine minore K3, con andamento nord-sud e il decumano minore d5, con andamento est-ovest, conservatosi anche in via Gioberti.

L’intervento archeologico commissionato, come accennato prima, dal Gruppo Egea e realizzato dalla Ditta Ar.co.p. Società cooperativa piemontese di ricerca archeologica si è localizzato, rispetto all’antico assetto urbano, in un settore ad ovest del cardine massimo della città romana prossimo al lato meridionale delle mura di cinta, e precisamente nell’insula XLI.

La porzione di decumano minore (d5) messa in luce, purtroppo mal conservata, era realizzata, come di consueto, con ciottoli fluviali fittamente connessi tra loro, infissi verticalmente nel terreno. Non erano più visibili, perché già danneggiati in passato, i marciapiedi che fiancheggiavano la sede stradale vera e propria.

Ritrovata anche una pavimentazione di pregio.

Inaspettata è stata invece la scoperta della pavimentazione di pregio messa in luce dagli scavi, anch’essa danneggiata da precedenti interventi, alcuni già realizzati presumibilmente in epoca antica.

Si tratta di un cementizio a base litica con inserti di tessere musive e scaglie di marmi policromi, ascrivibile presumibilmente al I secolo d.C.; lo studio in corso permetterà di definire con maggior precisione la cronologia e comprendere se tale pavimentazione apparteneva a una domus (cioè una casa, un edificio residenziale) o a un edificio pubblico.

La costante e capillare ricerca archeologica condotta ad Alba, città romana fondata nell’89 a.C. e oggi centro urbano di rilievo, ha fatto sì, ancora una volta, che la tutela divenisse strumento “attivo” per la storia dell’insediamento e la valorizzazione del territorio.

I lavori di scavo e posa delle condutture in Vicolo del pozzo saranno conclusi nei prossimi giorni. Le evidenze archeologiche ritrovate, opportunamente rilevate e documentate fotograficamente, sono state protette e ricoperte in modo da garantirne la conservazione e ripristinare il piano viario.

Ancora una volta la necessità di proseguire lo sviluppo infrastrutturale e “sostenibile” della Città è andata di pari passo con la tutela e la valorizzazione dei beni che contribuiscono a ricostruire e a salvaguardare la storia di Alba, con l’obiettivo di favorirne la successiva condivisione presso un pubblico sempre più vasto e con nuove forme di comunicazione.

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