Da tre a cinquemila auto in più sulla strada per Verduno

Da tre a cinquemila auto in più sulla strada per Verduno

NUOVO OSPEDALE Un bus all’ora, due negli orari di punta da Alba, Bra e Santa Vittoria per dipendenti e pazienti. Proseguono gli incontri tra l’Assessorato ai trasporti della Regione e l’Asl Cn2 di Alba-Bra per definire il piano dei trasporti in direzione dell’ospedale di Verduno.

«Con l’assessore ai trasporti Francesco Balocco si è deciso di procedere a realizzare un censimento tra il pubblico e gli operatori sanitari per stabilire la frequenza delle corse in direzione del nuovo ospedale. In questa fase pare verosimile che la soluzione possa essere quella d’istituire un bus all’ora e due negli orari di punta», spiega il direttore generale dell’Asl Danilo Bono, che glissa sulla fantasiosa ipotesi di costruire una cabinovia: «Solo una boutade senza fondamento nella realtà».

Procedono ormai spediti i lavori di completamento della struttura e si susseguono gli incontri per arrivare al primo ottobre con servizi sufficienti, in attesa dell’adeguamento della strada provinciale 7, che per ora rimane tra i “desiderata” legati all’autostrada Asti-Cuneo: «Al momento nel cantiere lavorano 220-230 operai, siamo cioè a pieno regime. Due piani dell’ospedale già consegnati, il terzo verrà ultimato a giorni, mentre è ormai completata gran parte delle aree esterne», aggiunge Bono, che anticipa quanti parcheggi sono previsti: «Saranno realizzati 1.050 stalli». Procede di gran carriera anche l’iter per la realizzazione del collegamento tra la Sp7 e l’ospedale di Alba-Bra: «L’avvio del cantiere è previsto per la prima settimana di marzo e i lavori dovrebbero essere conclusi entro il mese di agosto».

Quello del traffico sarà uno dei temi caldi nei prossimi mesi: «In base ai dati della Provincia ci attendiamo un traffico superiore sulla Sp7 tra 3mila e 5mila veicoli ogni giorno: stiamo lavorando per ridurre questo numero, pensando a collegamenti pubblici puntuali, ma la provinciale è fortemente inadeguata a una struttura come quella dell’ospedale unico».  Il rischio è di ritrovarsi con uno dei più moderni nosocomi d’Italia, ma non poterne sfruttare appieno le potenzialità, a causa di collegamenti per ora non all’altezza.

Marcello Pasquero

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