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Un Reddito d’inclusione che fa fatica a decollare

Un Reddito d’inclusione che fa fatica a decollare

SOCIETÀ Approvato lo scorso settembre e presentato come una misura innovativa per il contrasto alla povertà, da fine gennaio il Rei (Reddito d’inclusione) è un provvedimento operativo. O meglio, è entrato in una fase di attuazione che necessita ancora di qualche settimana per valutarne l’efficacia. Dal 29 gennaio, sul portale dell’Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale) hanno iniziato ad apparire gli esiti riguardo alle prime domande per accedere al sussidio, relative al periodo tra il primo dicembre e il 2 gennaio. In questo primo mese, secondo i dati diffusi dall’istituto, sono state 75mila 885 le domande presentate su tutto il territorio nazionale: la maggior parte provengono dalla Campania (16mila 686), seguita dalla Sicilia (16mila 366) e dalla Calabria (10mila 606). Subito dopo, con un netto distacco, ci sono la Lombardia e il Lazio, entrambe con poco più di 5mila domande. In Piemonte, invece, sono state 4mila 130, pari al 4,1%.

E ad Alba? Lo abbiamo chiesto ad Alessandra Roggero, referente del Rei per il consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero, al quale confluiscono le domande raccolte nei singoli Comuni: «La misura ha avuto una grande eco, da subito sono arrivate molte richieste per accedervi. Nel primo mese, sono state 156 le domande pervenute dal nostro comprensorio, di cui fanno parte 65 Comuni. Solo ad Alba, se ne contano 90. È un risultato rilevante, se si pensa che il Sostegno all’inclusione attiva (Sia), presentato lo scorso anno come misura sperimentale, in un anno ne ha raggiunte circa 250 a livello di consorzio».

Il Reddito d’inclusione ha ampliato la platea di destinatari rispetto al Sia, a partire da un valore dell’Isee inferiore a 6mila euro e la possibilità di accedervi ai disoccupati con più di 55 anni.

Prosegue Roggero: «La maggior parte delle richieste è arrivata da famiglie con figli minorenni, ma non sono mancati uomini adulti. Tramite il consorzio, la domanda viene presentata all’Inps, al quale spetta il compito di verificare la sussistenza dei requisiti richiesti, per poi comunicarne l’esito. In caso positivo, alla famiglia o alla persona richiedente spetterà un sussidio mensile compreso tra i 188 e i 485 euro, a seconda dei componenti, erogato per un massimo di 18 mesi, tramite una carta di pagamento elettronica. La seconda componente del Rei, indispensabile per ottenere il contributo, è l’adesione a un progetto personalizzato, con la presa in carico da parte dei servizi: da opportunità occupazionali al volontariato, passando dall’impegno scolastico per i figli».

E anche per l’Albese sono arrivate le prime risposte: «Per ora, l’Inps si è pronunciato su 19 delle 90 richieste presentate ad Alba: sette sono state accettate e dodici rifiutate. L’inconveniente principale è che, oltre all’Isee, si richiede un valore Isre inferiore a 3mila euro. Si tratta del reddito percepito, del quale molti non erano a conoscenza. In più, l’Inps avrebbe dovuto comunicare l’esito di ogni domanda entro 5 giorni dalla sua ricezione: a oggi, è trascorso oltre un mese dalle prime», spiega ancora Roggero, che conclude: «Il Rei è una misura valida, ma dal punto di vista pratico si sta rivelando macchinoso: la speranza è che si velocizzi l’iter».

Nel frattempo, con l’Isee aggiornato all’anno 2018, è possibile rivolgersi ai servizi sociali territoriali per presentare la propria domanda.

Francesca Pinaffo

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