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Bolla: «Gestore pubblico acqua: un gigante da 115 milioni di euro di debiti per i Comuni»

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ACQUA Oggi, giovedì 8 marzo potrebbe rivelarsi una giornata storica per la provincia di Cuneo. Nelle sale della Provincia si terrà l’assemblea dell’Ato 4 che dovrà approvare, alle 14.30, il piano d’ambito per la gestione del ciclo dell’acqua per i prossimi 30 anni. Sul piatto un appalto che supera i 3 miliardi di euro di valore con 724 milioni di euro di investimenti. L’assemblea generale dei sindaci sarà chiamata anche a decidere il modello di gestione del ciclo idrico. Tre le opzioni: totalmente pubblico, misto pubblico e privato o totalmente privato.

Ieri la commissione ad Alba

Ieri, mercoledì 7 marzo, si è svolta in Municipio ad Alba l’audizione in commissione del Sindaco Maurizio Marello, in relazione allo stato del Piano d’Ambito ed ai modelli di gestione, in vista delle votazioni della Conferenza e della successiva riunione dell’Assemblea dei Sindaci.

Il Sindaco Maurizio Marello ha ribadito in commissione di vedere con un occhio di favore l’ipotesi di gestione totalmente pubblica della rete idrica.

Emanuele Bolla, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, ha dichiarato in commissione: «Partiamo dal presupposto che il nostro territorio sta gestendo bene l’acqua, che è e rimane un bene pubblico: le perdite della rete sono contenute, così come i servizi al consumatore sono molto migliori rispetto agli obiettivi fissati dalle varie agenzie. Il primo punto di cui bisogna tenere conto in ogni decisione è la qualità del servizio, che dovrà rimanere alta come oggi. La preoccupazione non è solo mia, ma di molti sindaci del territorio che hanno espresso perplessità negli ultimi mesi».

Bolla aggiunge: «Ho chiesto di poter visionare lo studio effettuato dall’Ato nel 2016, che dovrebbe spiegare come si dovrebbero sviluppare le dinamiche della nuova società: ad oggi non abbiamo ancora capito se questo documento esista in tutto o in parte. La società pubblica che sembra essere la preferita dell’amministrazione Marello evidenzia due dati impressionanti: l’indebitamento previsto di 115 milioni di euro, tra finanziamenti bancari ed obbligazioni, con un interesse passivo totale di 46 milioni di euro. Questa società si troverà a lavorare con volumi finanziari importanti con una gestione che porta un carico di rischio in capo alle amministrazioni comunali come la nostra. Se le cose non andranno come previsto saranno i cittadini a pagare, attraverso i comuni. Inoltre non sono affatto convinto che la gestione pubblica assicuri automaticamente una migliore qualità del servizio, come molte vicende della nostra provincia dimostrano».

Carlo Bo, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, ha aggiunto: «Condivido le perplessità del consigliere Bolla ed aggiungo che l’acqua è, e sarà sempre di più, una risorsa strategica per la nostra vita, pertanto ritengo che la scelta del soggetto che la gestirà debba essere ponderata su dati analitici ed oggettivi, non su posizioni e preconcetti ideologici. Stiamo parlando della gestione del ciclo idrico dell’intera provincia di Cuneo: 600 mila utenti, con un consumo annuo di 73 milioni di metri cubi d’acqua, 2.300 litri al secondo, con una filiera che va dalla captazione, alla potabilizzazione, fino alla depurazione. Ad oggi l’assemblea dei Sindaci ha approvato il Piano preliminare che Marello non ha mai discusso approfonditamente con gli altri Sindaci del territorio, molti dei quali fermamente contrari alla sua posizione. L’iter non è ancora terminato, perché manca la scelta più importante, quella politica, ovvero la natura del nuovo gestore: pubblico o misto. Su questo punto dovranno essere fornite tutte le informazioni necessarie affinché i Sindaci possano decidere serenamente ed in modo consapevole»

Emanuele Bolla e Carlo Bo concludono congiuntamente: «Si prenda pertanto tutto il tempo necessario affinché le scelte vengano prese sulla base di dati oggettivi e non di convinzioni ideologiche, nella consapevolezza che questa scelta rappresenta un impegno immodificabile per i prossimi 30 anni».

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