Le elezioni hanno dato una spinta positiva al Paese o stiamo ritornando a una situazione preunitaria?

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Egregio direttore, ora che si sono sparate tutte le cartucce delle promesse elettorali, staremo a vedere che cosa faranno i paladini del nuovo che avanza a valanga. A me dà l’impressione che le rivoluzioni avvengano, come si diceva nel Gattopardo, perché nulla cambi. A ogni tornata elettorale si spera nel taumaturgo e salvatore che con la bacchetta magica risolva i drammi del Paese e invece ci si ritrova sempre con gli stessi problemi, magari incancreniti oltre ogni limite.

Era stato fatto un referendum per un sistema maggioritario che doveva dare stabilità al Paese e invece ci ritroviamo con l’ultima legge elettorale che ha ridotto l’Italia e i partiti in ombre di sé stessi. Non è una bella prospettiva. Giustamente, come avete scritto su Gazzetta d’Alba nell’ultimo numero a commento delle elezioni, se non si muovono i cattolici e in modo determinato, mi sa che finiremo sempre più in mano ad avventurieri e governanti improvvisati.

Antonio S., Alba

Gentile Antonio, grazie per la tua riflessione. Condivido la necessità che il mondo cattolico – bistrattato da destra, sinistra e centro – si faccia sentire maggiormente. Non tanto per occupare poltrone, quanto per affermare quei valori che hanno permesso all’Italia del dopoguerra di rinascere e inserirsi in un’Europa pacificata. È penoso invece vedere scaricate su altri le nostre colpe e incapacità politiche. E, a proposito di “nuovo che avanza a valanga”, inviterei a riflettere sui colori della cartina d’Italia dopo le ultime elezioni. Non ci vedo affatto la nazione nata dal sacrificio di milioni di vite, dal Risorgimento alla lotta di liberazione. Ci vedo il ritorno a due secoli fa, con un Nord e un Sud ancora troppo distanti per fare una nazione. (g.t.)

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