Il sacro e la terra fonti di creatività con Rodello arte

Poco cemento nel Piano regolatore

INCONTRO Sono più di quaranta gli artisti che hanno risposto alla chiamata, per Rodello arte, del Comune e della Residenza di Rodello, del Museo diocesano di Alba e delle associazioni Turismo in Langa, Colline e culture e Be street di Alba.

Tra i candidati, il comitato scientifico ha selezionato dieci artisti da tutta Italia, chiamati a confrontarsi sul tema del sacro e della terra. Si tratta di Francesca Candito di Milano, Irene Lupia di Catanzaro, Fabrizio Gavatorta di Savigliano, Giuseppe De Siati di Milano, Sofia Fresia di Torino, Daniela Gorla di Cremona, Veronique Pozzi Painè, Eugenio Pacchioli di Banchette, Roberta Omodei Zorini di Novara e Liliana Lucia Consoli di Roma. Tutti sono stati ospiti a Rodello, sabato e domenica scorsi, per il laboratorio residenziale che li ha messi a contatto con i temi proposti e con l’ambiente della Langa. Tra gli interventi, moderati da Roberto Canu, molto apprezzati quelli di sabato mattina con il giovanissimo agronomo di Albaretto della Torre, Luca Borgna, e con l’esperto d’arte don Liborio Palmieri. Tornati alle loro sedi, gli artisti sono chiamati a realizzare le opere ispirate al sacro e alla terra che diventeranno oggetto della mostra in programma per il 6 maggio nella chiesa dell’Immacolata.

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Gli artisti – Francesca Candito, Irene Lupia, Fabrizio Gavatorta, Giuseppe De Siati, Sofia Fresia, Daniela Gorla, Veronique Pozzi Painè, Eugenio Pacchioli, Roberta Omodei Zorini e Liliana Lucia Consoli – con don Valerio Pennasso, don Liborio Palmieri, Luca Borgna, Beatrice Marengo, Roberto Canu ed Enrica Asselle.

Fucina di arte, come negli anni Sessanta

Il progetto, sostenuto dalle fondazioni Crc e Crt, oltre alla Residenza di Rodello, si propone di ricreare nel paese l’ambiente che vide, negli anni Sessanta, il canonico Mario Battaglino promuovere un seminario sperimentale cui aderirono giovani artisti fra cui Piero Ruggeri, Giorgio Ramella, Bruno Sandri, Beppe Morino sotto la guida di Enrico Paulucci, chiedendo loro di impegnarsi sul tema dell’arte religiosa con tecniche e stile contemporanei, nello spirito del Concilio. Il gruppo di opere allora prodotte rimase nella chiesa dell’Immacolata e formò il primo nucleo del museo di arte religiosa. In quell’ambito si colloca l’incontro tra Dedalo Montali e don Battaglino, che porterà alla realizzazione delle opere custodite nella cappella della Residenza. A Montali è intitolato il museo diocesano d’arte sacra contemporanea.
«È l’occasione per riprendere il filo di un discorso che a Rodello ha portato molti frutti», spiega don Valerio Pennasso, il sacerdote della diocesi di Alba ora responsabile dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana. «Non si tratta di un evento pubblicitario o d’élite, ma di un fatto culturale al quale i rodellesi partecipano con l’ospitalità e rinnovando il legame nato quarant’anni fa con il mondo dell’arte».
«Per la Cei», prosegue don Valerio, «Rodello arte è uno dei momenti di formazione che cerchiamo di promuovere in tutta Italia, come le esperienze di Bose e di altre quattro comunità: sono incontri che permettono di collegarci con gli artisti e di continuare un dialogo mai venuto meno, ma che deve trovare delle forme nuove».

p.r.

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