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L’amore di Dio è come l’acqua di una cascata

UN PENSIERO PER DOMENICA – 6 MAGGIO – VI DI PASQUA

Al centro di tutte e tre le letture della VI domenica di Pasqua c’è il tema dell’amore. Esso ha la sua sorgente in Dio e ha un primo essenziale movimento: scende dall’alto verso il basso, come l’acqua di una cascata. Le parole più chiare sono quelle di Giovanni: «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio» (1Gv 4,10). La Pasqua, da poco celebrata, ha rivelato che la morte in croce di Gesù è la manifestazione più alta di questo amore.

L’amore di Dio è come l’acqua di una cascata

L’amore di Dio non fa distinzioni: come l’acqua della cascata scende e si diffonde nel terreno sottostante, senza guardare chi ne beneficia. Quanto Gesù aveva rivelato con il suo comportamento viene riscoperto da Pietro quando entra, lui ebreo, nella casa del pagano Cornelio e si sente in dovere di giustificare il suo gesto: «Sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto». La successiva effusione dello Spirito Santo confermerà la bontà della sua intuizione (At 10,25-48).

L’amore si incanala nei comandamenti. È l’insegnamento di Gesù nel brano evangelico che segue e commenta la similitudine della vite e dei tralci (Gv 15,9-17). Come la linfa vitale passa dalla vite nei tralci, così l’amore di Dio si incanala nei comandamenti: «Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore». Non è facile cogliere questo aspetto, perché molte volte i comandamenti sono stati presentati e percepiti come doveri opprimenti e come pesi gravosi. In realtà essi sono l’indicazione di un percorso che ha come meta una vita più realizzata e serena. Camminare nella vita è come avventurarsi in un territorio sconosciuto: trovare indicazioni di percorso ci dà serenità e sicurezza, anche se non elimina la fatica del camminare.

L’amore dà gioia. Le parole di Gesù riportate da Giovanni, «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la gioia vostra sia piena», hanno trovato nei giorni scorsi un’autorevolissima conferma nella lettera apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate: «Il santo – chi è stato raggiunto dalla cascata d’amore di Dio – è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo… illumina gli altri con spirito positivo e ricco di speranza» (n. 122). «Non sto parlando della gioia consumista e individualista così presente in alcune esperienze culturali di oggi. Mi riferisco piuttosto a quella gioia che si vive in comunione, che si condivide e si partecipa… L’amore fraterno moltiplica la nostra gioia, poiché ci rende capaci di gioire del bene degli altri» (n. 128).

Lidia e Battista Galvagno

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