Mattarella a Dogliani: «La presidenza di Einaudi fu tutt’altro che notarile»

Mattarella a Dogliani fotogallery 3

DOGLIANI  Settant’anni fa Luigi Einaudi arrivò al Quirinale come successore di Enrico De Nicola. Sabato scorso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha visitato Dogliani per commemorare il grande economista e politico che riposa nel cimitero del paese, dove è ancora ricordato con grande affetto. Ad accoglierlo, il sindaco Franco Paruzzo, che ha salutato così il Capo dello Stato: «Confidiamo, signor presidente, che la sua serenità di spirito, la sua mitezza, la forza d’animo con cui ha affrontato dure esperienze nella vita, siano punto di riferimento e motivo di riflessione per tutti, soprattutto per coloro che sono impegnati in pubblici incarichi nelle istituzioni».

Da parte di Mattarella non sono mancati riferimenti al momento storico-politico che l’Italia sta attraversando. «La presidenza di Einaudi fu tutt’altro che notarile», ha detto il capo dello Stato ricordando il diritto di nomina dei cinque giudici costituzionali di spettanza del presidente secondo quanto previsto dalla Costituzione. «La questione portò nel 1951 a un aperto contrasto con il Governo e si concluse, secondo i suoi desideri e le sue decisioni, con la piena conferma dei poteri del presidente, così come stabiliti dalle norme della Costituzione». Ricordando Einaudi, il presidente della Repubblica ha aggiunto: «Nella sua opera di costruzione dell’equilibrio tra i diversi organi costituzionali sapeva che i suoi atti avrebbero fissato i confini all’esercizio del mandato presidenziale per sé e per successori. Diede vita a dialoghi di permanente e leale comunicazione con le altre istituzioni».

L’articolo completo su Gazzetta d’Alba in edicola martedì 15.

Debora Schellino

 

Banner Gazzetta d'Alba