Sempre più giovani lavorano nei campi

Sempre più giovani lavorano nei campi

ANALISI Giovani e agricoltura: un rapporto che si consolida, un binomio che porta risultati positivi all’economia piemontese. A delineare lo scenario è uno studio di Coldiretti. In Piemonte le aziende under 40, rispetto allo scorso anno, sono aumentate del 30%. I giovani agricoltori sono sempre più informati: usano il Web e la tecnologia, uno su quattro è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, mentre otto su dieci sono abituati a viaggiare e andare all’estero.

Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57% dei casi, oggi, un giovane preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). L’interesse per la realtà agricola è sancito dai numeri. In Piemonte sono state presentate quasi 2mila domande per i nuovi insediamenti. E un aiuto è arrivato anche dalla Regione, che ha deciso di integrare il bando 2017 del cosiddetto “pacchetto giovani” con 13,5 milioni di euro. Sarà così possibile finanziare ulteriori 131 domande per agevolare i neoagricoltori ad ammodernare le loro aziende agricole e ad avviarne di nuove.

Non tutti i dati del settore sono, però, positivi. Nei primi tre mesi del 2018 il sistema produttivo regionale, secondo il rapporto di Unioncamere Piemonte, ha evidenziato una nuova contrazione della propria base imprenditoriale. Il risultato più negativo appartiene proprio all’agricoltura (-1,43%). In Piemonte le imprese agricole sono il 12,2% del totale, pari a circa 52.800 imprese. Il numero continua dunque a calare: erano 54.522 nel 2016 e 62.953 nel 2010.

Per Confagricoltura Piemonte i fattori della crisi sono molteplici: «L’anzianità dei titolari delle aziende agricole, la mancanza di successori nella conduzione d’impresa, soprattutto in ambito familiare, la presenza di aziende in aree cosiddette marginali o svantaggiate, che rende più impegnativa la loro conduzione, e soprattutto la mancanza di un piano di rilancio dell’agricoltura nazionale in grado di sburocratizzare il sistema».

Daniele Vaira

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