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Caccia: ora c’è la legge

Caccia: ora c’è la legge
Immagine d'archivio.

TORINO Dopo sei anni il Piemonte ha una nuova legge sulla caccia: l’ha approvata la scorsa settimana il Consiglio regionale. Spiega Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura: «Questa legge non intende penalizzare nessuno. È una legge innovativa, perché coniuga la tutela della fauna con l’attività venatoria, aggiornandola ai nuovi scenari che si sono determinati con il proliferare della fauna selvatica. Da una parte crescono le specie protette, ma dall’altra, su autorizzazione delle Province, i proprietari dei fondi in possesso di licenza di caccia potranno intervenire sui loro terreni per tutelare le colture».

Una delle principali novità è il divieto di cacciare nelle domeniche di settembre, che, commenta Ferrero, «permetterà ai cittadini di frequentare con meno paure boschi e prati, garantendo comunque ai cacciatori la possibilità di esercitare l’attività venatoria». Inoltre, la legge introduce la possibilità per i proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni e obbliga i cacciatori a superare una prova di tiro in poligono almeno ogni 30 mesi per l’uso della carabina nella caccia di selezione.

La legge riorganizza anche gli ambiti territoriali di caccia (Atc) e i comprensori alpini (Ca) che passano da 38 a 22, con una diminuzione da 20 a 10 dei componenti i comitati di gestione e vieta l’allevamento, l’immissione e l’importazione di cinghiali e relativi ibridi. Commentano Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale: «Era da tempo necessaria una nuova legge per coniugare la tutela della fauna con l’attività venatoria visto il proliferare della fauna selvatica. Sono sempre più numerosi i cinghiali avvistati nelle città e gli incidenti stradali, alcuni anche mortali, che si sono verificati sul nostro territorio. Alcune novità introdotte appaiono significative e vanno a soddisfare le richieste che abbiamo avanzato in ambito regionale e nazionale».

Aggiunge Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte: «La possibilità concessa agli agricoltori di intervenire direttamente sui terreni in conduzione è una richiesta avanzata da Confagricoltura Cuneo. È presto per dire se questa misura, come altre contenute nella nuova legge, sarà sufficiente a tutelare le aziende agricole dai pesanti danni provocati, in particolare, da cinghiali e caprioli. Senza voler entrare nel merito del confronto tra cacciatori e Regione, auspichiamo che la nuova legge serva a salvaguardare le produzioni agricole e a tutelare la sicurezza dei cittadini».

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