Disabili over 65: le regole vanno cambiate

Disabili over 65: le regole vanno cambiate

SOCIO-ASSISTENZA È ufficiale la proposta fatta dal consorzio socio- assistenziale Alba, Langhe e Roero di modificare la normativa regionale riguardo ai disabili con più di 65 anni, che si trovano nella condizione di dover abbandonare i centri diurni e le strutture residenziali che li ospitano, per essere trasferiti in casa di riposo, in base a un mero requisito anagrafico. Nel territorio dell’Asl Cn2, che ha scelto di applicare la legge in modo stringente, sono 12 le persone coinvolte e valutate dall’apposita commissione multidisciplinare: 4 sono stati destinate a residenze per anziani, mentre le restanti 8 sono state reinserite nei centri per disabili (secondo un nuovo progetto e a loro spese). Una situazione drammatica non solo per i diretti interessati, ma anche per i loro familiari.

Dopo aver incontrato le principali associazioni dell’Albese attive sul fronte della disabilità (la comunità L’accoglienza, il Cottolengo, le cooperative Cos, Abrate, Alice ed Emmaus) e i rappresentanti dell’Asl, il consorzio ha messo nero su bianco la criticità della situazione, in una lettera inviata il 23 maggio all’assessore regionale alle politiche sociali Augusto Ferrari e all’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta.

Si legge nel documento: «È condivisa la convinzione che non si possa negare a una persona disabile la prosecuzione di esperienze relazionali e sociali consolidate nel tempo e ancora funzionali, collocando improvvisamente quella persona in strutture che rispondono soprattutto a esigenze assistenziali legate all’età avanzata». Anche in base alle normative innovative applicate in Veneto e in Toscana, il consorzio chiede alla Regione «di emanare in tempi brevi specifiche indicazioni che consentano il superamento di rigidi vincoli anagrafici, offrendo alle commissioni la possibilità di costruire progetti personalizzati che prevedano l’accoglienza dei soggetti interessati in strutture architettonicamente adeguate, ma anche funzionali ai loro bisogni sociali e relazionali».

La richiesta è stata anche portata a conoscenza degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali della provincia, che hanno espresso il loro parere favorevole.

Francesca Pinaffo

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