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Il medico accusato di abusi su pazienti può tornare a esercitare

Al Tribunale di Asti potrebbe andare parte dell’Alessandrino

ALBA Fissata al prossimo 7 novembre l’udienza preliminare, dinanzi al giudice dottor Giorgio Morando del Tribunale di Asti, del processo al noto medico albese Marco Vito Surdo, accusato da molte pazienti di averle prima ipnotizzate e poi di aver abusato di loro, mentre erano in quella particolare condizione.

Le indagini molto delicate sul caso, che coinvolge il noto professionista e diverse vittime, coordinate dal pubblico ministero Delia Boschetto, sono iniziate nel 2016 e sono relative a diversi episodi compiuti tra il 2012 e il 2016 appunto.

I poliziotti della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Asti e i carabinieri di alcune stazioni dell’albese, hanno sentito persone informate sui fatti, eseguito intercettazioni telefoniche ed effettuato perquisizioni domiciliari, «facendo emergere alcuni elementi che parrebbero dare riscontro alle ipotesi di reato contestate». L’attività investigativa ha preso spunto da una prima querela, sporta da una donna che aveva denunciato di aver subito atti sessuali contro la propria volontà, compiuti dal medico durante sedute di ipnosi, mentre altre vittime hanno raccontato di essere state molestate con  contatti fisici, del tutto inappropriati, nelle parti intime, durante una semplice visita di routine. A difendere il medico albese, il noto penalista Roberto Ponzio.

Surdo può ora tornare a esercitare la professione di medico in quanto la sospensione era vincolata alla durata degli arresti domiciliari, revocati il 25 maggio.  Per questo l’Ordine dei medici di Trapani ha disposto la revoca della sospensione.

Valter Manzone

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