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Tragedia dell’Heysel: il Parlamento europeo ha ricordato le 39 vittime

Tragedia dell'Heysel: il Parlamento europeo ha ricordato le 39 vittime 2
HEYSEL A 33 anni dalla tragedia dell’Heysel, oggi il Parlamento europeo ha ricordato le vittime della drammatica finale di Coppa dei campioni del 29 maggio 1985, quando, poco prima dell’inizio del match tra Juventus e Liverpool, persero la vita 39 persone.
L’iniziativa è stata promossa dall’eurodeputato Alberto Cirio, insieme all’associazione familiari vittime dell’Heysel e “Quelli di via Filadelfia”, con i presidenti Andrea Lorentini e Beppe Franzo.
Presente anche il gonfalone della Juventus, accompagnato da Paolo Garimberti, presidente dello Juventus museum e Gianluca Pessotto, team manager della primavera Juventus, insieme ai rappresentanti di vari club bianconeri e alcuni testimoni.
Proprio sotto la lapide che allo stadio di Bruxelles ricorda i nomi delle vittime è stata deposta una corona di fiori insieme a una rosa bianca in memoria di Erika Pioletti, la giovane travolta l’estate scorsa in Piazza San Carlo a Torino durante la finale di Champions League.
Dopo la commemorazione, la delegazione si è spostata all’Europarlamento per un momento di approfondimento sull’eredità storica e normativa lasciata dall’Heysel e la sicurezza degli eventi sportivi.
«Questo è un tema sempre attuale e non scontabile» sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio, che prosegue: «Lo affrontiamo qui a Bruxelles perché, nel bilancio Ue, deve essere data priorità anche alla sicurezza di scuole e impianti sportivi. Vanno garantiti fondi agli Stati affinché i comuni possano fare gli interventi sulle proprie strutture. Un genitore deve sapere che, quando i suoi figli sono a fare sport, sono in un luogo sicuro».
Tra i ricordi anche quelli di Nereo Ferlat, uno dei sopravvissuti dell’Heysel: «Non  posso dimenticare le urla dei tanti disperati che cercavano la salvezza e l’immagine dei corpi accatastati. Bisogna continuare ogni anno ad aggiungere un tassello in modo che le generazioni future possano capire che con la violenza non si ottiene nulla, non solo sui campi sportivi, ma in tutti i campi della vita».
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