A Tanguiéta in Benin serve un ambulanza

A Tanguiéta in Benin serve un ambulanza

Un viaggio indimenticabile a gennaio di quest’anno, e quando dal Paese africano arriva una richiesta di aiuto, l’impossibilità di sottrarsi all’esigenza di aiutare. È questo che ha spinto il lamorrese Alberto Gagliardo a dare vita al progetto “Un’ambulanza per Tanguiéta”, nome della città nel nord del Benin, a 650 chilometri dalla costa, sede dell’ospedale dove opera il chirurgo Fiorenzo Priuli, dell’ordine Fatebenefratelli.

«La Francia lo apprezza da tempo e nel 2002 Chirac gli ha attribuito la legione d’onore; nel Benin è venerato come una divinità, da Cotonou, la città principale, al più remoto villaggio agricolo. E oltre confine: vengono a farsi curare da lui pazienti dal Burkina Faso, dal Niger, dal Togo», spiega Gagliardo. 220 i posti letto, 19 i medici che operano al fianco di “fratel” Fiorenzo ma con la distruzione dell’ambulanza in un incidente le speranze di salute di molti si sono infrante.

Oggi Alberto raccoglie fondi per una nuova ambulanza da spedire in Benin: «Il progetto è diviso in due parti, la prima consiste nell’acquisto del nuovo mezzo munito di sola barella, per un totale di circa 32mila euro, la seconda nell’allestimento del materiale di primo soccorso e dei presidi sanitari per circa 2mila euro di spesa», afferma, assumendosi la totale responsabilità dei fondi ricevuti.

Per contribuire si può fare un versamento all’associazione che si è resa disponibile a fare da tramite, Ampelos Onlus: Banco di Credito Azzoaglio – Filiale di Ceva, Codice IBAN: IT 21 B 03425 46190 000000097021, Codice BIC: AZZBITT2XXX con causale Un’ambulanza per Tanguiéta. Oppure si può donare dal sito https://buonacausa.org/cause/unambulanzapertanguieta o contattare direttamente Alberto all’indirizzo email alberto@gagliardo.it o al numero 335-59.76.263.

a.r.

Gagliardo: «Spero di trovare i fondi entro l’autunno»

Raccogliendo i fondi in prima persona si fa testimone del fatto che il 100% sarà usato esclusivamente per l’acquisto dell’ambulanza

Questa è stata la tua prima esperienza in Africa?

«Sono stato in Africa la prima volta con Ampelos nel 2016 per un progetto in Eritrea nella città di Hagaz, dove, in collaborazione con altre associazioni, è nata una scuola agraria con coltivazioni di ortaggi, una stalla, un impianto per la produzione del latte e uno per marmellata. Hanno circa otto ettari di vigneto e una cantina, e in quanto produttore vitivinicolo sono andato là per mettere a disposizione la mia esperienza: abbiamo fatto una vendemmia e prodotto il vino. Allora ho conosciuto Marco Bottani, fotografo di Melzo che quest’anno mi ha contattato per il viaggio in Benin di gennaio 2018».

Com’è andato questo viaggio?

«Ho visitato molti progetti di cooperazione di cui alcuni in campo sanitario, fra cui l’ospedale San Jean De Dieu di Tanguiéta, nella savana ai confini col Sahel, dove 3-4mila persone abitano in case di fango e paglia. Di questo progetto mi ha colpito la dimensione: l’ospedale ha il numero di posti letto che avrà Verduno ma è nato tutto su base volontaria, solamente dalla tenacia di quest’uomo, “fratel” Fiorenzo Priuli, che lì si è fermato una quarantina di anni fa in occasione di uno dei suoi viaggi e ha cominciato a costruire quello che ora è diventato un punto di riferimento per tantissime persone, centro di eccellenza soprattutto per la cura di malaria, poliomielite e febbre tifoide nei bambini».

E l’ambulanza?

«All’ospedale ho visitato i vari reparti e visto questo mezzo che mi ha colpito, essendo anche volontario di ambulanza da più di vent’anni: era la prima volta che in Africa ne vedevo uno funzionante e adeguato. Negli altri viaggi avevo sempre visto le nostre ambulanze dismesse, inutilizzate e impolverate sotto i portici perché inadatte alle strade africane. Quando sono rientrato ho scritto a “fratel” Fiorenzo per complimentarmi per l’ospedale e anche per l’ambulanza; lui mi ha risposto che purtroppo pochi giorni prima era stata distrutta in un incidente. Quando ero là, ero venuto a conoscenza del fatto che operava in un’area di 160 chilometri, una distanza impossibile da percorrere a piedi, in Africa e soprattutto con un problema di salute: per questo mi sono detto qualcosa dobbiamo fare».

Come ti sei mosso?

«Ho chiesto la disponibilità dell’associazione Ampelos Onlus di Alba e loro si sono subito resi disponibili e adoperati: mi stanno aiutando nella raccolta fondi. Il mio desiderio sarebbe di riuscire a raccogliere i fondi e a inviare l’ambulanza entro l’autunno perché è un intervento urgente. Il progetto è gestito da me personalmente e da Ampelos, una piccola associazione del territorio: è garantito che il 100% dei fondi sarà usato esclusivamente per questa finalità, e quando andremo giù per consegnare il mezzo ci pagheremo anche il biglietto aereo per non gravare sui costi. Inoltre chi lo desidera potrà partecipare alla consegna in Benin insieme a noi».

Ulteriori informazioni sull’ospedale sono disponibili su http://www.tanguieta.org e sulla raccolta fondi sul sito di Ampelos Onlus all’indirizzo http://www.ampelos.org/unambulanza-per-tanguieta/

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